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Repubblica it: La Gelmini ridisegna i licei. Meno ore e meno indirizzi

Per poter tagliare il numero dei professori le sperimentazioni verranno ridimensionate. Al biennio solo 27 ore settimanali, alle medie se ne fanno 30

12/06/2009
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la Repubblica

di Salvo Intravaia

Ecco i nuovi licei. Questa mattina il Consiglio dei ministri ha approvato, in prima lettura, il Regolamento che ridisegna "l'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei". Meno ore di lezione per buona parte degli studenti, meno indirizzi e qualche novità all'orizzonte. Ma quella più interessante riguarda senz'altro l'entrata in vigore della riforma che partirà dal 2010/2011con le prime e le seconde classi. E varrà quindi anche per coloro che hanno scelto quest'anno come proseguire gli studi dopo la secondaria di primo grado.
In sostanza, i 500 mila ragazzini che si accingono quest'anno a sostenere gli esami di terza media frequenteranno a settembre il primo anno della scuola superiore secondo il vecchio sistema (licei e relative sperimentazioni, ma anche istituti tecnici e professionali vecchio stile) per ritrovarsi l'anno successivo con orari, materie e organizzazione nuovi. I nuovi licei saranno sei: classico, scientifico, delle scienze umane, artistico, linguistico, musicale e coreutico.
Gli ultimi due rappresentano per la scuola statale delle autentiche new entry. Saranno tre gli indirizzi per il liceo artistico, due le opzioni per il liceo scientifico e per il liceo delle scienze umane. In tutto tra, indirizzi e opzioni, i ragazzini della terza media potranno scegliere tra 10 differenti "strade". Tutte le sperimentazioni del liceo classico e scientifico (oltre 400 tra sperimentazioni e progetti assistiti) subiranno un calo di ore, a volte drastico.
Un effetto che colpirà la maggior parte degli studenti, visto che i corsi sperimentali oggi sono i più gettonati. Per avere un'idea del calo dell'offerta formativa basta spendere qualche cifra. Del resto, che si tratti di un provvedimento volto al taglio di un consistente numero di cattedre non è un segreto. I nuovi licei sono ispirati "a una maggiore razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali disponibili, tali da conferire efficacia ed efficienza al sistema scolastico", recita l'articolo 1 del provvedimento.

Oggi, il 70 per cento dei ragazzi iscritti al liceo classico e il 60 per cento di quelli in forza allo scientifico seguono un corso sperimentale. La sperimentazione più seguita al classico è quella in Lingua straniera che da 4.983 ore di studio nei cinque anni passerà a 4.851. Stesso discorso per il Piano nazionale informatica (ad indirizzo matematico) dallo scientifico: 5.049 ore contro le 4.752 della riforma Gelmini. Per contro i corsi di ordinamento, frequentati da una minoranza di studenti, vedranno incrementate le ore di lezione.
Tutti i licei, eccetto l'artistico e il musicale, prevedono 27 ore settimanali al biennio. Meno, cioè, che in terza media, dove si studia per 30 ore settimanali. Al triennio le ore aumentano: 30 allo scientifico, al liceo delle scienze umane e al linguistico, 31 al classico. Meno Latino, rispetto ai corsi di ordinamento, e più Matematica allo scientifico che perde anche alcune ora di Lingua straniera. Più Matematica e Lingua straniera al classico.
Le scuole potranno modificare il piano di studi ministeriale, ritagliando al massimo il 20 per cento del monte ore annuo al biennio e all'ultimo anno e per il 30 per cento nel secondo biennio. Ma nessuna disciplina potrà subire un taglio di ore superiore al 30 per cento. Inoltre, le scuole potranno attivare insegnamenti opzionali ma soltanto nei limiti di organico assegnato dal ministero. Insomma: autonomia sì ma nei limiti delle risorse disponibili. Tra gli insegnamenti opzionali figurano Diritto ed economia, Informatica, Storia dell'arte, Latino, Greco, Musica e Legislazione sociale, Psicologia, Pedagogia. All'ultimo anno è anche previsto l'insegnamento di una disciplina in lingua straniera.
Novità in vista anche per gli organismi che governano la scuola. Il collegio dei docenti potrà essere articolato in Dipartimenti alla progettazione formativa. Gli istituti costituiranno un Comitato tecnico-scientifico in cui saranno presenti esperti esterni del mondo del lavoro, delle professioni, della ricerca e dell'università.