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Repubblica it: Manovra, rivolta contro i tagli alla scuola e alla fine il Tesoro smentisce la bozza

Prima della precisazione di Padoa Schioppa sindacati pronti allo sciopero Insorge anche Fioroni, Rifondazione protesta: "Inaccettabile" Prodi ottimista: "Problemi non insormontabili, saprò riarmonizzare"

27/09/2006
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la Repubblica

ROMA -
E' durata solo alcune ore, ma sono state probabilmente alcune tra le ore più difficili vissute dalla maggioranza in questi primi mesi di legislatura, con uno scontro durissimo e un clima pesante da resa dei conti. I tagli alla scuola previsti dalla bozza della legge finanziaria circolata oggi negli ambienti politici e sindacali hanno avuto il potere di far esplodere una delle più violente alzate di scudi viste sin ad oggi nel pur movimentato centrosinistra.
Allarme rientrato. Alla fine l'allarme sembra essere rientrato con la precisazione del ministero del Tesoro che il testo al centro delle proteste è "superato e inattendbile", tanto che alla fine Romano Prodi spiega che sulla finanziaria "non ci sono difficoltà insormontabili" e che per quanto riguarda in particolare la scuola "è mio dovere, di fronte ai problemi che fanno emergere diversità di posizioni, prendere in riesame il capitolo". "Vediamo cosa si può fare per vedere di riarmonizzare anche questo capitolo", aggiunge. Poi a cena, per cercare di ricucire lo strappo anche con i sindacati il premier ha incontrato i leader di Cgil, Cisl e Uil insieme al ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa.

Difficilmente il feroce tiro incrociato partito oggi pomerigigo in seno allo stesso governo, all'interno dell'Unione e in maniera compatta dai sindacati, resterà però senza conseguenze. Quella di oggi per Padoa Schioppa ha avuto se non altro il valore di una attendibile simulazione di cosa può accadere andando a incidere il bisturi dei tagli nelle già sofferenti carni della scuola. Così, in serata il segretario di Rifondazione comunista Franco Giordano, dopo aver incontrato il premier a palazzo Chigi, assicura di aver avuto da Prodi la conferma che la strada maestra della manovra sarà quella per reperire nuove risorse attraverso una tassazione più incisiva sulle fasce più abbienti della popolazione. I redditi annui superiori a 70mila euro, rivela Giordano, pagheranno una aliquota del 43% e quelli superiori ai 100mila euro del 45%.
La contrarietà di Fioroni. Il primo a mettere in guardia il Tesoro dai rischi a cui andrebbe in contro in caso di tagli alla scuola è stato lo stesso ministro dell'Istruzione Fioroni, quando ancora si riteneva che la bozza diffusa dalle agenzie corrispondesse in tutto e per tutto alle intenzioni di Padoa Schioppa. "Una finanziaria seria - aveva avvisato Fioroni - prevede che si scrivano norme sulla scuola avendo conoscenza e consapevolezza del mondo della scuola, altrimenti si rischia di non sistemare i conti e di pregiudicare il sistema educativo italiano. Sto lavorando perchè si rispettino gli impegni che ci siamo assunti in campagna elettorale, senza sottrarci alle nostre responsabilità per contribuire al risanamento dei conti pubblici".
Sindacati pronti allo sciopero. Altrettanto duro era stato il segretario della Cgil Scuola Enrico Panini, parlando di un vero "esempio di macelleria sociale". "Nel testo della Finanziaria - proseguiva - è previsto l'innalzamento del numero di alunni per classe, un rapporto insegnanti di sostegno-allievi disabili che passa da 1-138 a 1-168, interventi per bloccare gli scatti di anzianità e la non immissione in ruolo di neanche un precario". Pre poi concludere: "Chiediamo a Prodi di fermare la Finanziaria. Se non lo farà sarà sciopero generale".
Stesso tono nei commenti degli altri leader sindacali. Francesco Scrima della Cisl ha parlato di "insensibilità politica degna del peggior governo di destra" mentre il segretario generale della Uil Scuola, Massimo di Menna, accusava Prodi di una "sciagurata politica di tagli".
Unione in subbuglio. Ad insorgere contro i colpi di scure all'istruzione anche diverse componenti del centrosinistra. "Se rispondessero a verità le notizie sui tagli alla scuola diciamo che sarebbero francamente insostenibili", osservava il segretario di Rifondazione Franco Giordano, sottolineando come "l'Unione, anche sulla base del suo programma, dovrebbe muoversi esattamente in modo contrario". Sulla stessa lungheza d'onda anche Verdi, Comunisti italiani e Italia dei valori.
Contrari anche i riformisti. Ma l'indignazione, appena diffusa la bozza poi smentita, non era una prerogativa della componentente radicale della coalizione. Anche un riformista moderato come Umberto Ranieri si diceva scandalizzato e definiva i tagli annunciati "rozzi e del tutto scollegati da ogni disegno riformatore". "La scuola che ne uscirebbe - concludeva - sarebbe solamente più povera e più rigida. La strategia del governo risulterebbe paradossalmente asimettrica: le riforme con il cacciavite, i tagli con la sega elettrica".
( 26 settembre 2006)