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Repubblica it: Studente in gita cade da cornicione e muore

Frequentava il secondo anno dell´istituto tecnico industriale di Correggio

06/04/2006
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la Repubblica

NICCOLÒ ZANCAN
TORINO - A mezzanotte il vicepreside Enrico Missori ha fatto il giro delle camere per dire ai ragazzi che era ora di andare a dormire: «In vent´anni di questo lavoro ho sempre basato i miei rapporti sulla fiducia e sulla serenità». A mezzanotte e mezza, come capita da sempre in qualsiasi gita scolastica, al quinto piano dell´Hotel Plaza non dormiva ancora nessuno. Da sotto i letti erano spuntate due bottiglie di limoncello e una chitarra, si facevano scherzi, giochi e discorsi seri. Emanuele De Pace, 17 anni compiuti a marzo, iscritto al secondo anno dell´Istituto tecnico industriale di Correggio, «era un ragazzo vivace» adorato da tutti i compagni. Quando per gioco si è trovato fuori dalla stanza 511 - non lo facevano entrare - ha deciso di passare dal retro, dal cornicione. Ha spalancato la porta che affaccia sulla scala antincendio, si è messo a camminare verso la finestra. Non è un cornicione particolarmente stretto, anzi. Ottantacinque centimetri, hanno misurato i carabinieri. Fra il muro dell´albergo e il vuoto poi c´era una rete nera messa lì contro i piccioni.
«Emanuele bussava e rideva - hanno detto i compagni - siamo stati degli stupidi a non aprire subito». Emanuele De Pace ha perso l´equilibrio. L´hanno sentito urlare. La rete si è rotta. Molto più giù, dopo trenta metri di volo, ha sfondato un lucernario in plexiglas della sala colazioni ed è crollato sul tavolone centrale. Quando è arrivato il medico del 118 c´erano quarantatré studenti in silenzio vicino al cadavere di un amico. «Una scena che non potrò mai dimenticare», ha detto il direttore dell´albergo, Mario Bertone.
Gli studenti erano arrivati in pullman alle sei di martedì sera, in tempo per lasciare le valigie, fare una passeggiata, mangiare una pizza e tornare in hotel. Ieri avrebbero voluto vistare il Museo Egizio. Invece alle undici di mattina, il vicepreside Missori, dopo essere stato ricoverato per un malore, metteva a verbale: «Qualcuno diceva che Emanuele era caduto dalla finestra, altri che era volato giù dal cornicione: la notizia mi annichilito. Ho chiamato freneticamente il cellulare del preside, ma era staccato. Intanto sono andato a vedere». La notizia è arrivata in fretta a stravolgere la famiglia De Pace. La madre ha avuto un collasso. Il padre, Antonio De Pace, imprenditore edile residente in una piccola frazione di Carpi, è partito subito accompagnato dal fratello.
C´era pochissimo da spiegare. «È stata una disgrazia», hanno stabilito i carabinieri dopo otto ore di indagini. «Non è colpa di nessuno - ha detto il padre stravolto - è stato un gioco finito male». Un gioco banale, persino. Nove precedenti in Italia dal 1990 a ieri. Un passo sbagliato sotto gli occhi dei compagni. Quarantatré ragazzi scivolati in una tragedia ridendo, e nessuno che possa più tornare indietro.