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Repubblica it: Sul "red carpet" con gentilezza

l'Onda, in effetti, rende bene l'idea delle mille facce che questa protesta degli studenti sta assumendo.

25/10/2008
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la Repubblica

di ANGELO MELONE
Il nome lo hanno trovato da soli, precedendo la corsa degli organi di informazione a dare l'ennesima definizione di "generazione...". E l'Onda, in effetti, rende bene l'idea delle mille facce che questa protesta degli studenti sta assumendo.
La prima - forse la più sorprendente - il rapporto disincantato e sereno con una parte dei loro professori (negli atenei, e molto spesso anche nelle scuole). Saranno tutti soggetti pericolosi, questi docenti che dialogano, ma di sicuro chi continua a parlare di nostalgie e scimmiottamenti del '68 (e tanto più del '77) dovrebbe interrogarsi. E si scoprirebbe a dir cose paradossali solo assistendo alla giornata intera di lezioni nelle principali piazze italiane. Non sit-in, quasi sempre lezioni vere con richiesta ai passanti di fare silenzio.
E lo stesso vale per l'unico momento di tensione dell'intera giornata in Italia: chi avrebbe mai pensato che una protesta giovanile potesse farsi sfuggire il "red carpet" della Festa del Cinema? In questo - a differenza di quasi tutte le sensazioni che trasmette questo movimento - siamo si fronte a una storia che si ripete. Eppure, anche in questo caso, non proprio uguale: le immagini che giungono da Roma sono di una selva di ragazzi seduti davanti all'Auditorium, molta polizia, pubblico che entra - con un po' di difficoltà, ma entra - e dopo un'ora tutti a casa.
"Pericolosi provocatori", come li vede il premier da Tokyo? Per favore... Piuttosto è chiaro che questa è una generazione che chiede un confronto sul suo futuro, e appare pronta ad averla con chi è disponibile: forse non basta convocare i rappresentanti delle organizzazioni al Ministero per dirgli che la legge non si cambia.