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Repubblica it-Via libera alla riforma Moratti "Sperimentazione dal 2006"

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto contestato dalle Regioni e dal mondo dell'istruzione. Le nuove norme per il reclutamento dei docenti Via libera alla riforma Moratti "Sperimentazi...

14/10/2005
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la Repubblica

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto contestato dalle Regioni e
dal mondo dell'istruzione. Le nuove norme per il reclutamento dei docenti

Via libera alla riforma Moratti "Sperimentazione dal 2006"

di MARIO REGGIO

Il ministro dell'Istruzione
Letizia Moratti ROMA - Il governo ha dato il via libera alla riforma della scuola. E, aggiunge il ministro, "rispettando l'autonomia scolastica, i licei che vorranno potranno sperimentare le nuove norme già a partire dal 2006". Una affermazione con cui il ministro si rimangia l'accordo con le Regioni di due settimane fa per con un percorso di attuazione realizzato insieme e che procrastinava l'applicazione dall'anno scolastico 2007-2008. Cedendo alle pressioni di una parte consistente di Forza Italia e di An, il ministro dell'Istruzione ha dichiarato, nel corso della conferenza stampa di stamattina a Palazzo Chigi, che le scuole che lo desiderano possono iniziare la sperimentazione del secondo ciclo superiore a partire dall'anno scolastico 2006-2007. Appresa la notizia, il presidente della Conferenza dei "Governatori regionali" Vasco Errani ha annunciato una dura replica e la riapertura delle ostilità.

Il decreto, che stabilisce le "norme generali e i livelli essenziali delle prestazioni relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione", è il secondo segmento del nuovo sistema di istruzione disegnato dal ministro Moratti, in cui si realizza il diritto-dovere all'istruzione e alla formazione. Con il provvedimento approvato oggi si conclude il cammino della riforma scolastica.

I precedenti. Il decreto è arrivato a Palazzo Chigi dopo un lungo e tormentato iter, proprio sul filo di lana perché la delega concessa dal Parlamento scade il 17 ottobre. Il bivio di fronte al quale si è trovato il Cdm è stato se ratificare l'accordo tra il ministro Moratti e i presidenti delle Regioni che prevede l'applicazione della riforma a partire dall'anno scolastico 2007-2008, quindi la certezza che se vincerà il centro-sinistra la riforma verrà al più presto cestinata. Sembra aver prevalso, dunque, la posizione di Fi e An, che appunto puntavano ad anticipare tutto al 2006.
Su questo, dopo un lungo braccio di ferro con i governatori, il 15 settembre, il ministro ha dovuto cedere le armi, al fuoco di sbarramento delle Regioni, fatta eccezione del 4 di centrodestra, che poneva cinque punti pregiudiziali per dare il loro consenso.

Primo: a cosa serviranno una parte dei diplomi? Oggi gli studenti e le famiglia sanno che a un diploma corrisponde una professione, nel decreto tutto è molto ambiguo fatto salvo il liceo classico. Secondo: le iscrizioni si aprono a gennaio del 2006, chi si iscrive a ragioneria farà il liceo economico? Il decreto non lo 1dice. Terzo: non si parla di risorse finanziarie, chi pagherà la riforma? Quarto: nessuna chiarezza su programmi didattici e orari, sulle competenze statali e regionali in materia. Ultimo problema: la modifica del titolo V della Costituzione affida alle Regioni le competenze sull'organizzazione scolastica, il decreto sorvola sull'argomento.
Vista la compattezza dei governi regionali il ministro Moratti aveva accettato lo slittamento dell'applicazione del decreto, impegnandosi anche a non avviare prima del 2007 alcuna sperimentazione nelle scuole superiori.

Approvato anche il secondo decreto, quello che riguarda la formazione iniziale dei docenti. Di cosa parliamo? Nell'era Berlinguer vennero create le Scuole di specializzazione per la formazione dei futuri docenti, aperte nei principali atenei, per superare l'endemico problema dei precari. Le Scuole preparano gli insegnanti con due anni di tirocinio "guidato" dopo la laurea, tre anni più due, oppure i quattro o cinque del vecchio ordinamento universitario. Il nuovo decreto prevede: dopo la laurea triennale e al termine di biennio "specialistico" l'aspirante docente fa domanda di frequenza ai "Centri di ateneo", a numero chiuso, dove, dopo due anni potrà ottenere l'abilitazione all'insegnamento. Chi passa la selezione viene inserito in un albo regionale gestito dall'Ufficio scolastico regionale che avrà il compito di segnalare alle scuole che fanno richiesta gli abilitati disponibili per ogni materia d'insegnamento. L'istituto sceglie il candidato e lo assume con un contratto di formazione-lavoro della durata di un anno. Al termine nuova valutazione e conferma dell'abilitazione alla professione o la bocciatura.
(14 ottobre 2005)