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Repubblica it-Vidotto: "Troppo Risorgimento,e i ragazzi ignorano il Novecento"

Intervista allo storico della "Sapienza" di Roma, che accusa scuola e professori: "Per capire il mondo non si possono tralasciare i fatti più recenti" Vidotto: "Troppo Risorgimento,e i ragazzi ign...

01/02/2006
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la Repubblica

Intervista allo storico della "Sapienza" di Roma, che accusa scuola e professori: "Per capire il mondo non si possono tralasciare i fatti più recenti"

Vidotto: "Troppo Risorgimento,e i ragazzi ignorano il Novecento"

di TULLIA FABIANI

Giuseppe Garibaldi "La scuola è sicuramente in deficit di capacità nell'interessare i ragazzi alla storia, ma per capire se gli studenti conoscono o no la storia contemporanea sarebbe meglio chiedergli chi ha vinto le elezioni negli ultimi quindici anni, piuttosto che notizie su fatti che sono fuori dalla memoria familiare". Vittorio Vidotto, professore di storia contemporanea all'università La Sapienza di Roma, sull'apprendimento massmediatico ha molte perplessità; ma non risparmia critiche neppure ai programmi scolastici e ai docenti, "sudditi del Risorgimento".

Professor Vidotto, che c'entra il Risorgimento?
"Credo che gli insegnanti non riescano mai a completare il programma di storia contemporanea perché, tra le altre cose, dedicano molte, troppe, lezioni al Risorgimento, quando sarebbe preferibile riuscire a spiegare ai ragazzi anche gli avvenimenti degli ultimi cinquanta anni. Servirebbe più iniziativa da parte dei docenti, ma è anche vero che le ore di storia a scuola sono state ridotte".

E le carenze della scuola vengono colmate dalla tv, ma anche da Internet o da altri mezzi come i videogiochi: c'è chi pensa siano nuove fonti di apprendimento...
"Il tentativo di supplire la scuola c'è. Lo sguardo dei mass media è dominante, ma sul piano dell'apprendimento non so quanto possa funzionare. I libri, i manuali, servono per costituire delle sequenze temporali, per rimettere in ordine delle rilevanze, per avere delle gerarchie degli avvenimenti. E questo è un lavoro didattico indispensabile che non può prescindere dalla scuola. Ma poi crede che i ragazzi di 16 anni vedano le fiction?"

Però i videogiochi, di genere storico, li appassionano. E in tv ci sono anche programmi di informazione che raccontano la storia...
"Non credo che i videogiochi potranno sostituire i libri. L'interattività è molto importante, ma serve sempre una sequenza didattica preordinata affinché produca conoscenza. Ci sono scuole in cui si dà la possibilità agli studenti di trasferire su supporti digitali quello che hanno imparato: in questo caso si apprendono prima le informazioni e poi si realizza uno strumento multimediale. Questo è un tipo di interattività molto buona per l'apprendimento. Altro discorso invece è quello sui programmi d'informazione: in generale mi fa piacere che ci siano, ma ho un giudizio critico su alcune procedure".

Ad esempio?
"L'insufficiente contestualizzazione delle vicende e la tendenza diffusa e ripetuta di utilizzare i filmati fuori dai contesti o immagini che con il fatto in questione c'entrano latamente. Insomma, anche se per compensare difficoltà tecniche, non si può parlare dell'esercito italiano e far vedere militari con l'uniforme inglese".

Quale che sia la fonte del sapere, se uno studente, all'esame di storia contemporanea, confondesse la strage di Capaci con quella di via D'Amelio sarebbe da bocciare?
"Per dire se un ragazzo conosce o meno la storia, se è interessato alla materia, sono importanti anche le domande che si pongono. Quali dettagli si ritengono determinanti. Se non sapesse chi ha governato il suo Paese negli ultimi anni, quali crisi internazionali ci sono state, dovrebbe sicuramente mettersi a studiare".