Repubblica: L’ufficio scolastico «Per i presidi vietato criticare la Gelmini»
I presidi non possono criticare la Gelmini. È una questione di «lealtà». A sostenerlo è il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Marcello Limina, che bacchetta la dirigente Daniela Turci, anche esponente Pd.
ANDREA BONZI
Guai a parlare male della riforma Gelmini. È un monito dal sapore di censura, quello lanciato ieri dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale (Usr) dell’Emilia-Romagna, Marcello Limina ai dirigenti scolastici del territorio e in particolare a Daniela Turci, consigliera comunale del Pd a Bologna e responsabile Scuola del partito, nonché preside dell’istituto comprensivo 10, che aveva “osato” criticare i tagli imposti dalla nuova legge.
GARAGNANI CHIAMA, L’USR RISPONDE
Rispondendo a una lettera aperta speditagli dal deputato Pdl Fabio Garagnani. il direttore Limina va giù duro: le «dichiarazioni contro la politica del ministero dell'istruzione sono disdicevoli», in quanto ogni dirigente scolastico deve «essere leale con il suo datore di lavoro». Il riferimento è alla lettera dell’azzurro, datata 7 agosto, «nella quale Garagnani mi rappresenta il disagio suo e di altri cittadini in merito all'atteggiamento tenuto» dalla Turci, «autrice di alcune esternazioni sulla stampa locale e nazionale» relative ai rischi per i tagli all'organico disposti dal Ministero. Limina fa poi sapere che, «già all'apparire sugli organi di stampa delle prime interviste, alcuni giorni addietro, avevo contattato la dottoressa Turci ed avevo concordato con lei un incontro». Nel corso del faccia a faccia, il direttore ha fatto presente all’esponente Pd «che era necessario si astenesse da simili giudizi sulla stampa ed in pubblico» e la preside, sostiene Limina, avrebbe concordato «sul profilo da mantenere nel prossimo futuro, per quanto riguarda eventuali dichiarazioni alla stampa».
LA RABBIA DEL PD E DELLA GIUNTA
La netta presa di posizione da parte del dirigente non lascia indifferente il mondo politico. Soddisfatto Garagnani: «Sono convinto che ogni dirigente scolastico, a qualunque parte politica appartenga, è tenuto al dovere di lealtà verso lo Stato ed al necessario riserbo nelle sue esternazioni». A testa bassa contro il direttore dell'Usr carica invece Andrea De Maria, segretario del Pd di Bologna: «Lo diffido ad esercitare pressioni su Daniela Turci». «Dal 1945 in Italia i cittadini sono liberi di svolgere attività politica e di esprimersi liberamente in un regime democratico - sferza De Maria, facendo riferimento alla Costituzione - non vorremmo tornare agli anni precedenti. È incredibile che si pensi di impedire alla Turci di rilasciare dichiarazioni». Secondo il numero uno del Pd a Bologna, «se Limina compirà azioni che metteranno in discussione la libera attività di un consigliere, assumeremo iniziative in merito in tutte le sedi opportune». Le affermazioni del direttore dell’Usr sono, per Mariangela Bastico, ex viceministro che corre alla segreteria regionale per la mozione Franceschini, «inammissibili segnali intimidatori nei confronti di persone che ricoprono ruoli istituzionali. Non è il modo di amministrare l’istruzione in Emilia-Romagna». Gli fa eco Simona Lembi, assessore alla Scuola del Comune di Bologna: «Chiedere ai dirigenti scolastici qualcosa che rasenta la censura e un'obbedienza acritica è un oltraggio all'intelligenza dei docenti». «Leale - incalza l’assessore - non vuol dire nè essere incapaci di critica e neppure servili. Il vero obiettivo è nascondere i danni provocati dalla riforma».