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Repubblica-L'università verso il blocco

Mobilitazione negli atenei contro il progetto di riforma Moratti. Da lunedì si asterranno dalle lezioni L'università verso il blocco I ricercatori ritirano le domande di supplenza: sto...

07/10/2004
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la Repubblica

Mobilitazione negli atenei contro il progetto di riforma Moratti. Da lunedì si asterranno dalle lezioni
L'università verso il blocco
I ricercatori ritirano le domande di supplenza: stop ai corsi
Veterinaria Ingegneria e Scienze sono le facoltà più colpite
BIANCA DE FAZIO


L'università si scopre zoppa. E semiparalizzata. La protesta dei ricercatori, mobilitati contro il progetto di riforma della docenza della Moratti, ha già fatto slittare di una settimana l'inizio dei corsi, alla Federico II, ed ora minaccia di bloccare ulteriormente le attività didattiche dell'ateneo. A Veterinaria tutti i ricercatori hanno ritirato le domande di supplenza: come dire che una trentina di corsi restano senza docente. E lo stesso hanno fatto 227 ricercatori sui 245 della facoltà di Scienze (il 90 per cento). E 160 sui 220 circa di Ingegneria (praticamente il 70 per cento). Per il primo ed il secondo semestre di quest'anno accademico si asterranno, insomma, dall'entrare in aula, dal tenere lezioni e seminari, dal seguire gli studenti alle prese con le tesi di laurea. Dopo aver incassato la solidarietà del Senato accademico, preso atto che anche il rettore Guido Trombetti giudica sacrosanta la loro protesta, dopo che ieri anche la Conferenza dei rettori ha chiesto alla Moratti di soprassedere, senza mezzi termini, i ricercatori napoletani passano alle vie di fatto, dimostrando che senza di loro l'università non marcia. Che quelle docenze attribuite loro per anni, senza che la legge li riconosca come docenti, ed anzi in previsione di una riforma che li rende precari a vita, o scienziati a orologeria (con contratti da 5 anni rinnovabili solo una volta), sono un problema che l'università dovrà risolvere appellandosi direttamente al ministro.
E, a ruota, l'agitazione investe ora anche i ricercatori del Secondo ateneo di Napoli, che hanno annunciato l'astensione da ogni attività non solo didattica, ma anche di ricerca, ad iniziare da lunedì prossimo, alla vigilia di un Senato accademico convocato ad hoc in seduta straordinaria. Da 25 anni i ricercatori attendono la più volte promessa definizione di uno stato giuridico che tenga conto del loro ruolo di docenti. "Un impegno che ci è stato chiesto anche per permettere l'avvio della riforma degli studi universitari - spiegano i ricercatori della Seconda università - che, come è noto, ha previsto un sensibile aumento della richiesta di docenza". La mobilitazione, assicurano, andrà avanti sino a quando "il panorama politico legislativo non fornirà alla categoria risposte adeguate alle istanze formulate e sino ad ora non tenute nella minima considerazione". Il coordinamento dei ricercatori della Sun "invita tutti i colleghi degli atenei ad aderire all'iniziativa di protesta rinunciando formalmente agli incarichi di supplenza ed agli affidamenti assunti". Un appello anche ai professori: "Negate la vostra disponibilità a tenere insegnamenti per supplenza, soprattutto per le supplenze lasciate libere dai ricercatori".
Questo è, ora, il nodo. I presidi delle facoltà dovranno riaprire i bandi per le supplenze rifiutate dai ricercatori. Ed è improbabile che i docenti associati o quelli ordinari se le accollino tutte. Possibile che restino senza professori alcuni corsi fondamentali, magari quelli da 9 crediti. "È esattamente ciò su cui puntiamo, anche se in alcune facoltà, come Medicina, sono direttamente i consigli dei corsi di laurea ad attribuire mansioni di docenza ai ricercatori, senza bandire le supplenze - spiega Franco Quaranta, del coordinamento dei ricercatori napoletani e del Direttivo nazionale dei ricercatori universitari - Ma se i corsi resteranno senza professori, i rettori non potranno fare a meno di rivolgersi direttamente al ministro, facendo presente l'impossibilità di un regolare svolgimento dell'anno accademico".
Sul piede di guerra non solo i ricercatori, ma i docenti tutti. Alla Federico II s'è costituito un coordinamento che rappresenta gli uni e gli altri, insieme contro il disegno di legge Moratti che "smantella il sistema universitario, rende precaria la ricerca e la docenza" afferma Annamaria Lamarra, docente di Letteratura inglese a Lettere, membro del coordinamento. In uno degli ultimi documenti formulati dal gruppo c'è l'impegno esplicito a non prendere incarichi didattici aggiuntivi, per non boicottare la protesta dei ricercatori. Ma non è l'unica questione sul tappeto. "Non si possono fare riforme a costo zero - aggiunge Lamarra - e non si può cambiare l'università fregandosene dei pareri contrari di praticamente tutto il mondo accademico". Per affrontare i prossimi passi della protesta, e stabilire un piano d'azione, domani mattina si terrà un'assemblea di tutto il personale docente e ricercatore. L'appuntamento è nell'aula 4 della Centrale, in via Mezzocannone, alle ore 10.30.