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Repubblica-La Cgil lancia la sfida al prossimo governo e alla Confindustria in vista del Congresso di Rimini. "Una carta dei valori con Cisl e Uil" "Un patto fiscale per rilanciare l'Italia"

La Cgil lancia la sfida al prossimo governo e alla Confindustria in vista del Congresso di Rimini. "Una carta dei valori con Cisl e Uil" "Un patto fiscale per rilanciare l'Italia" Epifani: arre...

20/07/2005
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la Repubblica

La Cgil lancia la sfida al prossimo governo e alla Confindustria in vista del Congresso di Rimini. "Una carta dei valori con Cisl e Uil"
"Un patto fiscale per rilanciare l'Italia"
Epifani: arrestiamo il declino con più risorse a sviluppo e redditi bassi

ROBERTO MANIA

ROMA - Un patto fiscale sul quale "riprogettare" l'Italia. È la sfida che la Cgil lancia alla Confindustria di Montezemolo, agli altri sindacati e, soprattutto, al prossimo governo, "indipendentemente da chi vincerà", precisa il suo leader Guglielmo Epifani. La Cgil apre così il lungo iter congressuale che si concluderà a Rimini nel prossimo mese di marzo, in coincidenza con il suo centenario, e a ridosso delle prossime elezioni politiche.
La Cgil fu la prima, tra il 2001 e il 2002, a denunciare il rischio di un declino industriale. Lo fece da sola, quando ancora il governo di Silvio Berlusconi e la Banca d'Italia di Antonio Fazio parlavano di un nuovo miracolo economico, con la "spalla" fondamentale degli industriali guidati allora da Antonio D'Amato. I fatti, e i numeri, hanno poi dato ragione all'analisi di Corso d'Italia. Al declino, tuttavia, non ci si può rassegnare, anche se - dice Epifani - "siamo sull'orlo di un punto di non ritorno". Da qui l'idea (contenuta nel documento congressuale approvato quasi all'unanimità dal Comitato direttivo) di usare la leva fiscale puntando, in maniera selettiva, agli investimenti per lo sviluppo di qualità e alla tutela dei redditi più bassi, quelli che in questi anni sono stati penalizzati proprio dalle politiche economiche e sociali del centrodestra. È dunque un cambio "radicale" di direzione che sollecita la Cgil. Che chiede un intervento di fiscalizzazione contributiva sui salari più bassi, la restituzione del drenaggio fiscale, il riequilibrio della tassazione fra rendite, patrimoni e redditi da lavoro. "In questi anni - ha spiegato Epifani durante una conferenza stampa - si sono formati nuclei di nuove ricchezze e non possiamo certo immaginare che siano tartassati sempre gli stessi: pensionati e lavoratori". La gravità della situazione dei conti pubblici, tuttavia, non deve condurre alle politiche dei due tempi, prima il risanamento e poi la redistribuzione. Le due operazioni vanno realizzate parallelamente, proprio per non stressare ulteriormente i settori sociali più deboli.
L'inizio del dibattito congressuale - ha voluto precisare Epifani - non impedirà di riprendere a settembre il confronto con la Cisl e la Uil per trovare una posizione comune sulla riforma degli assetti contrattuali. Questione che poi andrà affrontata con la Confindustria. E a Rimini la Cgil intende rilanciare anche il tema dell'unità sindacale, senza alcuno strappo, nonostante la Cisl, con l'ultimo congresso, l'abbia tolta dai suoi prossimi obiettivi strategici. Per la Cgil, invece, va riscoperto e valorizzato quel terreno culturale comune che è alla base del successo, per iscritti, del sindacato italiano. Per farlo propone a Cisl e Uil di scrivere insieme la "Carta programmatica dei valori del sindacato confederale".
Dopo oltre un decennio, la Cgil non dovrebbe andare al congresso con mozioni contrapposte. La minoranza della precedente assise si riconosce nel documento approvato dal direttivo. Resta la possibilità - più teorica che concreta - che l'area di una parte della sinistra, "Rete 28 aprile", guidata dal segretario nazionale della Fiom Giorgio Cremaschi, riesca a raccogliere entro il primo agosto le 400 firme necessarie per presentare una sua mozione. Più realisticamente Cremaschi e i suoi potrebbero confluire nelle tesi alternative che il leader della Fiom, Gianni Rinaldini, ha annunciato di volere presentare su due punti importanti: modello contrattuale e regole della democrazia sindacale.