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Repubblica: La manovra non scalda Epifani "Non c´è progetto per il futuro"

In testa il problema scuola e università con la protesta dei rettori. «È una cosa incomprensibile - dice - nessuno nasconde i problemi di finanza, ma questo tema andava salvaguardato

11/11/2006
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la Repubblica

Il leader Cgil: dà qualcosa a chi sta peggio, ma non ha un cuore

DIEGO LONGHIN


TORINO - «È una Finanziaria che non ha cuore, non ha un progetto per il futuro». Giudizio sorprendente per chi in queste settimane aveva dipinto il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, come il difensore d´ufficio della manovra del governo Prodi. «In capacità di critica credo di non essere secondo a nessuno», ha detto ieri il numero uno del più grande sindacato italiano, stuzzicato dagli interventi di alcuni segretari della Camera del Lavoro di Torino. Dirigenti che cercano di contrastare il malumore tra i lavoratori.
Epifani ha difeso la sua posizione, non risparmiando però stoccate al governo. «La manovra contiene segni in controtendenza rispetto al passato e sono rappresentate tutte le lotte storiche della Cgil. Scelte da condividere, ma se un difetto si può trovare, è che non ha cuore, non ha un progetto per il futuro, sembra dettata solo da necessità».
Non mancano gli esempi. In testa il problema scuola e università con la protesta dei rettori. «È una cosa incomprensibile - dice - nessuno nasconde i problemi di finanza, ma questo tema andava salvaguardato. Il governo doveva partire da alcuni punti cardine, attorno ai quali costruire il resto». In più non si vedono i soldi per il rinnovo del contratto del trasporto locale, «la situazione dell´Alitalia è kafkiana, mentre la ricapitalizzazione delle Ferrovie darà ossigeno fino a marzo».
Sull´altro piatto della bilancia il numero uno della Cgil pone «la lotta all´evasione, la salvaguardia degli investimenti e dei contratti pubblici, oltre ad un´operazione fiscale buona con cui si comincia a dare qualcosa, poco, a chi sta peggio». Manca però la prospettiva, forse perché manca una maggioranza unita. «Dovrebbe avere una sola voce», dice Epifani che apprezza le rassicurazioni sul Tfr, «questione su cui però non si scherza».
Il rischio è che da gennaio i problemi diventino seri. «Ho paura che alla fine, su questioni come la previdenza, non si troverà una quadra. Ci terremo lo scalone di Maroni perché per cambiarlo è necessario che anche al Senato ci sia la maggioranza. Per questo la discussione, se il governo supererà la Finanziaria, si dovrà fare a Palazzo Chigi con Prodi». Epifani non prende di mira solo le spinte interne alla coalizione. «Confindustria ha sostenuto il governo ed ora vorrà portare a casa il risultato. Non si vuole nemmeno sedere al tavolo sulla riforma del mercato del lavoro. Un gesto estremo».
A quando la Cgil in piazza? «Non ci sono le condizioni - dice il segretario - troppi i fronti aperti. Faremo un bilancio e non escludo scelte che potrebbero portare i lavoratori in strada».


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