Repubblica-LA PAURA DI ESSERE I PROSSIMI
MONDO ARABO LA PAURA DI ESSERE I PROSSIMI GABRIELE ROMAGNOLI Molti gli scenari possibili per il mondo arabo. Tra tutti, i due più estremi brillano per improbabilità, benché siano i p...
MONDO ARABO
LA PAURA DI ESSERE I PROSSIMI
GABRIELE ROMAGNOLI
Molti gli scenari possibili per il mondo arabo. Tra tutti, i due più estremi brillano per improbabilità, benché siano i più sostenuti. Uno è il "domino virtuoso": una volta portata la democrazia (se arriverà davvero) a Bagdad, si estenderà come una hola e i popoli ne trarranno vantaggio. Come se l'Iraq fosse l'Urss e quel che è accaduto una sollevazione popolare. All'estremo opposto lo scenario dell'"effetto Afghanistan" (non replicato neppure nell'ultima guerra afgana): nascerà una resistenza destinata a durare anni, cui contribuiranno arabi di ogni provenienza, che ingrosseranno anche le cellule di A Qaeda. In realtà, sia i governanti arabi che i loro popoli volevano la fine di Saddam, ma (più i secondi) la sognavano diversa. Ora si trovano uniti in uno stato di confusione mentale. Nei governanti prevale la paura: di essere il prossimo sulla lista, di perdere gli aiuti Usa, di pagare il prezzo per non tenere l'opinione pubblica in conto, ma in galera. Di qui l'atteggiamento ondivago di molti. Quanto ai popoli: passata la sorpresa, verrà il tempo dell'umiliazione. La rabbia, la rivolta, richiedono energie che la crisi economica non dà e lo stato di polizia non consente. E questo si prospetta. Ma il fattore decisivo non sarà Bagdad. Chiedete a un arabo e vi dirà che il mandante di Iraqi Freedom è Sharon. Gaza più di Bassora è la chiav