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Repubblica: La rivolta dei genitori nei paesi di montagna

A Viù e Ceres, in Piemonte, è sciopero: "Ridateci il tempo pieno"

15/09/2009
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la Repubblica

FEDERICA CRAVERO

VALLI DI LANZO (TORINO) - È iniziato con uno sciopero contro i tagli del ministro Gelmini il primo giorno di lezione nelle scuole medie di Viù e Ceres, nelle valli di Lanzo, sulle montagne torinesi. A incrociare le braccia non sono stati gli insegnanti, che anzi se ne stavano un po´ straniti a girare nelle aule vuote e a mettere in ordine i registri, o i ragazzi, non certo dispiaciuti di prolungare le vacanze. I veri arrabbiati erano i genitori: quelli di Viù perché sono state tagliate sei ore d´italiano, quelli di Ceres perché l´orario prolungato è stato concesso solo a una delle due prime classi, invece che a entrambe. Tagli che potrebbero sembrare di poca gravità e forse lo sarebbero se si trattasse di istituti di pianura. Ma tutto cambia in paesi di montagna, che con le loro scuole servono un territorio vastissimo ma poco popolato, alle prese con la spada di Damocle del calo demografico e della perdita degli allievi. Qui, infatti, le variazioni imposte dai tagli rischiano di far crollare, con effetto domino, un sistema consolidato negli anni. Un sistema in cui il tempo prolungato non è un parcheggio per genitori indaffarati, ma l´unica possibilità di socializzazione per ragazzi che vivono in frazioni isolate, dove non ci sono compagni con cui giocare o fare i compiti. Un sistema in cui modificare gli orari delle lezioni significa mettere in crisi il servizio di scuolabus: ci sono allievi che abitano a un´ora e mezza di viaggio dalla scuola, e quando nevica si procede a rilento con le catene montate e la motosega a portata di mano per liberare le stradine dai rami caduti. «I nostri figli non hanno perso ore di lezione durante le grandi nevicate e non hanno intenzione di perderle per i tagli del ministero. Siamo pronti a scioperare ad oltranza, se non ci daranno risposte», attaccano le madri, in presidio davanti alla aule vuote. La loro protesta, intanto, ha già incuriosito altre scuole di montagna, che minacciano battaglia. Perdere allievi significa chiudere le scuole, e chiudere le scuole significa perdere abitanti e scomparire.
Oggi la questione delle scuole di Viù e Ceres sarà affrontata durante la seduta del consiglio regionale del Piemonte. «Speriamo di avere notizie positive. Se così non fosse sarebbe in pericolo un intero territorio», conclude il sindaco di Viù, Daniela Majrano.

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