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Repubblica: La speranza congelata e il futuro della scienza

Il no di Fabio Mussi all´adesione italiana alla Dichiarazione Etica europea sulla ricerca sulle cellule staminali è un buon debutto del nuovo governo per il mondo della scienza, della ricerca e dei malati. Anche se nulla cambia dal punto di vista legislativo, questa nuova posizione ha il grande merito di riaprire il dibattito su un tema oggi centrale per lo sviluppo della biomedicina, quale è l´utilizzo delle cellule staminali embrionali.

31/05/2006
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la Repubblica

Umberto Veronesi

Il no di Fabio Mussi all´adesione italiana alla Dichiarazione Etica europea sulla ricerca sulle cellule staminali è un buon debutto del nuovo governo per il mondo della scienza, della ricerca e dei malati. Anche se nulla cambia dal punto di vista legislativo, questa nuova posizione ha il grande merito di riaprire il dibattito su un tema oggi centrale per lo sviluppo della biomedicina, quale è l´utilizzo delle cellule staminali embrionali.
Queste cellule derivano dalla regione interna dell´embrione, prima del suo impianto nella parte dell´utero. Sono molto versatili - si chiamano totipotenti - ed hanno la caratteristica davvero unica di potersi trasformare in qualunque altro tipo di cellula. A partire da poche decine di cellule se ne possono ottenere centinaia di milioni con le stesse caratteristiche e potenzialità iniziali. Per questo sono potenzialmente utili per la terapia di alcune delle più gravi patologie dell´uomo. Andando a rimpiazzare le cellule danneggiate, potrebbero rappresentare la soluzione ideale per quelle malattie degenerative come il morbo di Parkinson o l´Alzheimer, o per la sclerosi multipla e la distrofia muscolare. Tuttavia il loro utilizzo viene giudicato illegittimo per motivi etici nella maggioranza dei Paesi.
I ricercatori attualmente possono utilizzare le cellule staminali adulte, che però non hanno lo stesso potere perché hanno perso proprio la "totipotenza", cioè gran parte della capacità di specializzarsi in questo o quel tessuto. Per questo da anni una parte della comunità scientifica italiana si batte per trovare il modo di recuperare alla ricerca le staminali embrionali. In particolare abbiamo denunciato in varie occasioni che esistono circa 30mila embrioni attualmente congelati e conservati nei vari laboratori italiani, frutto dell´attività di fecondazione assistita degli anni passati. La legge non dice nulla in proposito: sappiamo solo che non li possiamo sopprimere e non li possiamo utilizzare per scopi di ricerca. Il risultato è che vengono lasciati rinchiusi nei freezer, dove comunque sono destinati a morire prima o poi invece di trasformarsi in una speranza per i malati. Nessuno dunque vuole produrre embrioni umani per "sacrificarli" alla ricerca, ma ci sono vari metodi scientifici per arrivare all´utilizzo delle loro preziose cellule per il bene dell´umanità, di cui è importante discutere a livello sociale.
Per questo la riapertura del dialogo etico è un passo importante e imprescindibile. Senza questo, - per le staminali come per gli altri nuovi settori della ricerca biologica - non ci può essere una svolta nel progresso scientifico. E Mussi dimostra di averlo capito.