Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica-Le due opposte reazioni di fronte ai Rom

Repubblica-Le due opposte reazioni di fronte ai Rom

Le due opposte reazioni di fronte ai Rom CORRADO AUGIAS G entile Augias, si è parlato dei ...

21/07/2005
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Le due opposte reazioni di fronte ai Rom
CORRADO AUGIAS


G entile Augias, si è parlato dei Rom descrivendoli unicamente come vittime di una società ingiusta; un popolo denigrato, emarginato, un popolo "scartato", dalla società occidentale, italiana. A Milano sono stati fatti sicuramente degli errori grossolani, s'è cavalcata l'onda di un'opinione pubblica sdegnata dalla violenza subita della minorenne con il colpevole nascosto in un campo Rom.

Desidererei però che si parlasse di loro non solo per la mancata integrazione/accettazione da parte nostra, ma anche per l'atteggiamento di queste persone. Conosco la situazione nel pisano dove, da qualche anno, è stato costruito per i Rom un apposito spazio con tanto di servizi. Spazio molto bello, all'interno di una pineta. Nel giro di pochissimo tempo si è trasformato in una pattumiera così come gli spazi limitrofi (spazzatura gettata ovunque, macchine bruciate, ecc.).

Contemporaneamente sono molto aumentati i furti nella zona; i miei suoceri hanno trovato due volte queste persone in casa e per tre volte sono stati rapinati con la tecnica del sonnifero, la porta scassinata mentre dormivano.

Ho visto centinaia di volte le donne Rom usare i propri figli piccoli per chiedere l'elemosina, tenendoli poco vestiti e scalzi in pieno inverno; ho visto bambini in età scolare chiedere l'elemosina quando avrebbero dovuto essere a scuola. E' più importante la cultura/tradizione di un popolo od i diritti dei bambini di tale popolo?

Ilaria Volpi

il-volpi@yahoo.it

A toccare con franchezza il problema degli zingari si stimolano reazioni opposte. Scrivono persone esasperate che incitano alla repressione anche severa. Scrivono altre persone che rimproverano la mancanza di carità o tacciano di razzismo le prime. Gli zingari, quando l'economia dell'Europa lo permetteva, giravano ferrando cavalli, facendo i calderai o i giostrai, suonando strumenti alle feste, all'occorrenza rubando.

Oggi tutto questo non è più richiesto e lo stesso nomadismo si è molto ridotto. E' rimasto però il loro spaesamento e il disagio verso la routine, spesso opprimente, delle società industriali. Bisogna prenderne atto se si vuol guardare in faccia il problema e non rifugiarsi nelle utopie generose che non aiutano nessuno e non servono a niente.

Fa bene a mio parere la signora Volpi a chiudere la sua lettera ricordando l'immenso problema dei bambini sottratti all'obbligo scolastico anche quando le autorità locali lo vorrebbero far rispettare e mandati invece a rubare o a chiedere l'elemosina. La scuola sarebbe certamente una prevenzione.

Socializzare con altri coetanei farebbe bene a quei bambini.

Togliendoli dall'elemosina o dal furto li si aiuterebbe a conoscere (almeno in parte) altri modi di vivere la propria infanzia. Ma proprio questo è il punto. Chiedendo l'elemosina o rubacchiando qua e là, quei bambini 'rendono', 'producono'.

Mandarli a scuola sarebbe invece tempo improduttivo che non solo presso molti zingari ma anche in certe desolate realtà meridionali viene considerato insopportabile. D'altra parte la scuola pubblica italiana si trova in condizione di grave disagio. Sarebbe necessaria un'iniziativa politica seria, determinata, fornita di mezzi adeguati. Ma i mezzi non ci sono e soprattutto non c'è un'attenzione politica adeguata all'entità del problema.