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Repubblica-Lettera di Letizia Moratti a Michele Serra - La mia scuola non è aziendalista

LA LETTERA La mia scuola non è aziendalista LETIZIA MORATTI Caro direttore, ringrazio Michele Serra per il suo commento "Che bella la maturità all'antica", pubblicato su Repubblica di...

18/06/2004
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la Repubblica

LA LETTERA
La mia scuola non è aziendalista
LETIZIA MORATTI
Caro direttore, ringrazio Michele Serra per il suo commento "Che bella la maturità all'antica", pubblicato su Repubblica di ieri. Sono davvero lieta che anche l'autore dell'articolo, di solito non tenero nei miei confronti, condivida con me che i temi proposti agli esami di Stato sono belli e di notevole calibro culturale. Poiché Serra mi dà alcuni consigli, in particolare quello "a vederci chiaro" perché ? a dir suo ? "tra la scuola tecnologicamente aziendalista ventilata dalla Riforma Moratti e l'impostazione olimpicamente classicista di tutti o quasi i temi proposti c'è una totale incompatibilità", vorrei fare alcune precisazioni.
Anzitutto: certo che conoscevo i temi. Come sempre e nel solco della tradizione degli esami di maturità, li ho scelti in prima persona fra oltre trecento proposte sottopostemi dai miei collaboratori dopo un lavoro paziente e rigoroso durato molti mesi.
In secondo luogo: non capisco perché si continui a parlare di scuola aziendalista, quando è vero il contrario.

La riforma che stiamo attuando ha come obiettivo ultimo un sistema scolastico di qualità che sappia coniugare il "sapere" con il "saper fare" e con il "saper essere". Stiamo realizzando una scuola che sappia offrire ai giovani valori, principi, ideali perché possano formarsi come persone libere, responsabili e forti, perché diventino cittadini capaci di vivere a pieno la democrazia, perché diventino professionisti in grado di inserirsi con successo nel mondo del lavoro. Vogliamo una scuola che sia prima di tutto comunità educante capace di aiutare i ragazzi a sviluppare relazioni interpersonali, a vivere i valori dell'amicizia ? questo è stato ieri il tema preferito dagli studenti ?, della comprensione, del dialogo e della solidarietà. Una scuola che, in quanto tale, assolva alla missione di servizio pubblico per tutti e per ognuno. Altro che scuola aziendalista! Quindi non c'è nessuna necessità di "mandare due o tre ispettori al Ministero", come mi viene suggerito. Perché i temi sono in linea con i valori che stanno alla base della nostra riforma.
Caro Serra, poiché lei mi ha dato alcuni suggerimenti, anch'io mi permetto di dargliene uno: smettiamola con i pregiudizi e i luoghi comuni derivanti da superate resistenze culturali e ideologiche. La scuola è un servizio troppo importante per il futuro del nostro Paese perché possa essere argomento di scontro ideologico. La scuola non deve appartenere a questa o quella parte politica. Purtroppo così è stato in passato. E noi stiamo cercando di riparare ai danni del passato riaffermando la centralità dello studente in ogni nostra azione.

Gentile ministro, la cortesia della sua lettera mi aiuterà senz'altro a riflettere sui miei pregiudizi (ognuno ne ha qualcuno). Ma, a monte di questa breve conversazione, deve esserci un problema di comunicazione: lo slogan delle tre "i" (inglese, informatica, impresa) non l'ho inventato io, e più che a Cicerone e Braudel mi ha sempre fatto pensare al marketing di un mobilificio.
Con altrettanta cordialità, Michele Serra