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Repubblica-Lottiamo per l'università futura il governo non provi a deluderci"

L'INTERVISTA Piero Tosi, presidente della Conferenza dei Rettori, lancia il suo ultimatum "Lottiamo per l'università futura il governo non provi a deluderci" cantiere aperto Troppi problem...

23/04/2004
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la Repubblica

L'INTERVISTA
Piero Tosi, presidente della Conferenza dei Rettori, lancia il suo ultimatum
"Lottiamo per l'università futura il governo non provi a deluderci"

cantiere aperto Troppi problemi chiedono una soluzione o la situazione diventerà grave, siamo un cantiere aperto
MARIO REGGIO

ROMA - "Ci siamo seduti al tavolo delle trattative con il governo animati da spirito di lealtà, ma qualora non ci fossero risposte, oppure ci trovassimo di fronte a continui tentativi di dilazione, non vorremmo essere costretti a tornare a forme dure di protesta. Perché quello che è in discussione è il futuro dell'università italiana".
Piero Tosi, presidente della Conferenza dei Rettori, comprende la preoccupazione che serpeggia nelle università: "Esiste un'insofferenza legata all'instabilità, da troppo tempo si susseguono riforme e controriforme, ed è molto difficile lavorare in un cantiere sempre aperto".
Oggi migliaia di docenti e studenti scendono in piazza per protestare contro il disegno di legge sullo stato giuridico e i mancati finanziamenti. E voi?
"Abbiamo scelto la via del dialogo, perché si tratta di temi non più eludibili. La riforma dei concorsi e la governance del sistema sono problemi aperti e per i quali occorre trovare una soluzione. Il momento è molto delicato: Parlamento e governo devono fare la loro parte, ma proprio perché esiste questo stato di insofferenza il dialogo è necessario".
Ma i tavoli tecnici sono aperti da mesi e fino ad ora non si sono visti risultati.
"Il primo, sul riordino dello stato giuridico della docenza, va avanti. Il tema è molto complesso. Ma assieme al ministro ed al Consiglio universitario nazionale abbiamo individuato una serie di modifiche al testo originale. Intanto l'iter della legge va avanti".
Non c'è il pericolo che voi discutiate mentre il Parlamento approva la legge?
"L'accordo con il ministro è chiaro: chiudere il tavolo prima che si esaurisca l'iter nelle commissioni parlamentari, e non abbiamo motivo di credere che non si vogliano rispettare i patti".
Quali sono le modifiche necessarie?
"C'è unanimità sul fatto che senza risorse finanziarie adeguate la legge non è applicabile. Poi dovrà garantire il riconoscimento del ruolo del ricercatore, non solo rivedendo il trattamento economico, ma assicurando possibilità di carriera. Quindi nuove cattedre, soldi e valutazione del merito".
C'è poi il secondo tavolo sul finanziamento agli atenei.
"È aperto da un anno e mezzo, formato dal ministero dell'Università, la Crui e il ministero del Tesoro. Il primo segnale positivo è stata l'ultima finanziaria che ha stanziato 270 milioni di euro in più per i 75 atenei, compresi gli aumenti di stipendio. Ma è stato solo un segnale di disponibilità. Adesso occorre un investimento quinquennale che permetta agli atenei di programmare le attività, con aumenti progressivi dei fondi fino all'adeguamento con la media europea".
C'è un limite di tempo?
"Il tavolo coinvolge il vicepresidente Fini, il ministro Moratti e la Crui e dovrebbe tornare a riunirsi entro due settimane. Ci attendiamo un segnale chiaro ed inequivocabile dal prossimo Documento di programmazione finanziaria ed economica. Altrimenti la situazione già grave, precipiterebbe".