Repubblica: Ma così è impossibile formare italiani consapevoli
Il disegno di riforma della scuola secondaria superiore, in discussione al consiglio dei ministri nei prossimi giorni, non mi entusiasma, troppo condizionato da preoccupazioni di risparmio
ILVO DIAMANTI Il disegno di riforma della scuola secondaria superiore, in discussione al consiglio dei ministri nei prossimi giorni, non mi entusiasma, troppo condizionato da preoccupazioni di risparmio. Non riesco a intuirne il modello di conoscenza e di formazione. Non capisco, ad esempio, perché la geografia debba essere penalizzata, o meglio: quasi cancellata. Forse perché la globalizzazione ha ridotto i confini spazio-temporali. Perché tutto il mondo è qui, tutto il tempo è adesso. O perché - l´ho scritto una settimana fa - ormai siamo eterodiretti. Orientati dal Gps. In auto oppure a piedi. Così è facile distrarsi. Scordare dove siamo, perché e come ci siamo arrivati. Dimenticare la geografia. Illudersi che non ce ne sia bisogno. Il che significa: dimenticare la nostra storia. Cioè: la storia. Perché è difficile studiare - e conoscere - la storia senza studiare - e conoscere - la geografia. E viceversa. Prendiamo un Paese a caso: l´Italia. Fra un anno si celebra il 150enario dell´Unità. Era e resta diviso. Anche per questo si discute di federalismo, di Nord, Sud, Padania e Nord-Est. Ma per spiegare dove comincia e dove finisce l´Italia -e per dare conferma a quello che amava ripetere Ciampi da presidente: «l´Italia è un Paese unito dalle differenze». "Un" Paese di città e regioni. Come fare senza la geografia? Cioè: come formare degli italiani consapevoli abolendone lo studio per legge? Non è possibile, ovviamente. Per cui, ne siamo certi, il governo e la ministra Gelmini ci ripenseranno. |