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Repubblica/Milano: Da fuori regione tutti i nuovi presidi

Solo 1 posto su 105 a un lombardo. Colosio: "Situazione preoccupante" Le direzioni scoperte agli esuberi del Sud "Troppe disparità di giudizio"

07/08/2009
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la Repubblica

FRANCO VANNI

Entro fine mese in Lombardia saranno nominati 105 nuovi presidi, ma solo uno di loro avrà la cattedra dopo avere vinto un concorso nella regione. Tutti gli altri saranno reclutati nel Sud, dove ci sono centinaia di aspiranti presidi che hanno superato l´esame di abilitazione senza che per loro ci fosse un posto. Una situazione che il direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio giudica «anomala e preoccupante. La disparità di giudizio e severità fra le commissioni dei concorsi delle diverse regioni - dice - non fornisce garanzie sulle capacità professionali di chi si appresta a guidare le scuole lombarde». Con il rischio ulteriore, già denunciato dalla Direzione, che una volta ottenuto il posto i presidi del Sud chiedano l´assegnazione "provvisoria" nella provincia di provenienza, lasciando in Lombardia cattedre scoperte.
Per capire le ragioni della migrazione degli aspiranti presidi da una regione all´altra, basta guardare i risultati dell´ultimo concorso, fatto nel 2006. In Piemonte, come in Toscana, non ci sono candidati in esubero, da noi uno solo, in Sardegna 16. In Puglia hanno vinto posti che non esistono in 109, in Sicilia 107, la Campania ha il record con 279. Dal momento che in quelle regioni le presidenze disponibili sono meno dei candidati, i vincitori in queste settimane puntano verso le scuole del Nord.
Sulla necessità di correggere le differenze nel reclutamento di personale fra una regione e l´altra, sono d´accordo anche i sindacati. Per Renato Capelli, segretario regionale di Cisl Scuola, «per i nuovi concorsi il governo deve prevedere regole certe, che siano davvero uguali in tutta Italia». In Lombardia, secondo i sindacati, ci sono vicepresidi che lavorano da anni con impegno ma senza possibilità di avanzamento di carriera. La soluzione che Colosio propone è duplice: «Si ritorni alla commissione unica nazionale con regole uguali per tutti oppure si facciano i concorsi su base regionale ma con un vincolo: si ha diritto a lavorare solo nella regione in cui si è superato l´esame».
L´unica organizzazione sindacale a non unirsi al coro è Flc Cgil. «Sostenere che in Lombardia si sia ligi alle regole è falso - dice Raffaele Ciuffreda, responsabile per i dirigenti scolastici - anche qui in passato si è sforato il numero di candidati ammessi rispetto ai posti disponibili. La vera differenza è che al Sud i tribunali amministrativi quando giudicano i ricorsi di insegnanti che non hanno passato il concorso tendono a dare ragione al ricorrente, e questo gonfia le graduatorie». Il risultato non cambia: in Lombardia ci sono 105 posti da occupare e un solo vincitore, perché tutti gli altri abilitati hanno avuto il posto per cui hanno fatto il concorso. In Campania i posti sono 107 e gli abilitati 279. Gli esclusi, quindi, si preparano a fare le valigie.
Per la senatrice del Pd Marilena Adamo, «l´eliminazione delle disparità regionali nell´accesso alla carriera, nella scuola e in altri ambiti del pubblico impiego, è una priorità. Quanto alla possibilità che i presidi nominati in regioni dove i concorsi sono più facili non siano poi all´altezza del compito, la soluzione è semplice: la legge prevede che il primo anno di lavoro sia di prova, basta valutarli e nel caso sostituirli».