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Repubblica-Milano-Fa cambiare classe al figlio "Erano soltanto stranieri"

Fa cambiare classe al figlio "Erano soltanto stranieri" Alla media di via San Gregorio, su diciassette iscritti quindici sono stranieri. Un padre denuncia quella che ritiene una discrim...

14/09/2004
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la Repubblica

Fa cambiare classe al figlio "Erano soltanto stranieri"
Alla media di via San Gregorio, su diciassette iscritti quindici sono stranieri. Un padre denuncia quella che ritiene una discriminazione
L'istituto, noto per il suo impegno nell'integrazione, spiega: "In quella sezione sono finiti tutti quelli che volevano il tempo prolungato"
Il genitore: "Non è una soluzione accettabile segregare i non italiani in classi solo per loro"
La vice preside: "La nostra politica è sempre stata quella di accettare tutti"
TERESA MONESTIROLI


A tre giorni dall'inizio della scuola Carlos, un bambino di 11 anni di origine sudamericana (il nome è di fantasia), ha già cambiato istituto. E dalla media di via San Gregorio, parte dell'istituto comprensivo Cardinal Borromeo dove ha frequentato le elementari, è passato in un'altra scuola del quartiere. A decidere il trasferimento sono stati i genitori, mercoledì scorso, dopo aver visto la composizione della sua nuova classe. "Una classe ghetto - denuncia il papà, Duccio Bianchi - formata da 15 ragazzini stranieri e due italiani, mentre l'altra classe prima è composta da 22 italiani e due stranieri. È inconcepibile che la preside non si sia posta il problema di distribuire più equamente i bambini, mescolandoli fra loro. Di che integrazione parliamo se ai nostri figli non viene data la possibilità di stare in classe con gli italiani?".
Tre figli sudamericani adottati, cresciuti a Milano, la famiglia Bianchi da anni convive felicemente con il problema dell'integrazione nella scuola. "Non è mai capitata una cosa del genere - prosegue il papà -. Sono ben consapevole dell'alta densità di bambini di madrelingua straniera nelle scuole della città e mi rendo conto che è una questione delicata che merita di essere affrontata con attenzione. Non è però una soluzione accettabile segregare gli stranieri, costruendo classi apposta per loro".
Immersa nella casbah milanese, tra corso Buenos Aires e la Stazione Centrale, la scuola Cardinal Borromeo è un record di multietnicità, con una percentuale di stranieri che in alcune classi supera abbondantemente il 50% degli iscritti (contro una media del 6,4% a livello provinciale). E da anni, grazie anche all'aiuto del Centro Come, si è sobbarcata il problema dell'integrazione lottando contro i tagli della Moratti e la riduzione dei mediatori culturali. "Non c'è stata nessuna ghettizzazione - spiega la vicepreside Rosalia Oliva -. Forse il problema è sorto perché la nostra politica è sempre stata quella di accettare tutti e, di conseguenza, abbiamo un'altissima concentrazione di stranieri. Le due prime medie non sono state formate in base alla provenienza dei bambini ma solo seguendo le richieste dei genitori". Stando alla riforma Moratti, infatti, al momento dell'iscrizione le famiglie della scuola media devono specificare se desiderano che i loro figli rimangano a scuola anche due o tre pomeriggi la settimana - tempo prolungato - o solo la mattina. "E noi dobbiamo rispettare le loro scelte. Gli stranieri sono insieme perché hanno chiesto il tempo prolungato mentre gli altri il tempo normale" spiega la vice preside. Spiegazione che è stata data anche alla famiglia Bianchi quando, mercoledì scorso, si è lamentata con la direzione. "Non credo che sia la vera motivazione - continua Duccio Bianchi -. Nella scuola adiacente, sempre parte dell'istituto comprensivo, la situazione è stranamente ribaltata. La classe a tempo prolungato è prevalentemente costituita da italiani, mentre l'altra, a tempo normale, è composta in maggioranza da stranieri. Denuncerò la situazione al provveditorato perché trovo aberrante che questi bambini vengano discriminati".