Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica-Milano-I mille globetrotter della scuola

Repubblica-Milano-I mille globetrotter della scuola

Sono i bambini stranieri che non risultano iscritti in città. Le famiglie: pronti a partire per essere istruiti in patria I mille globetrotter della scuola Il Comune li chiama in cl...

29/08/2004
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Sono i bambini stranieri che non risultano iscritti in città. Le famiglie: pronti a partire per essere istruiti in patria
I mille globetrotter della scuola
Il Comune li chiama in classe. I genitori: studiano nei nostri Paesi
Simini: "Ma molti di loro vengono tenuti in casa"
ALESSIA GALLIONE


A sentire i loro genitori, in centinaia tra qualche giorno prepareranno la cartella e partiranno. Per le Filippine, la Cina o lo Sri Lanka. Raccoglieranno i loro libri e quaderni, perché le vacanze sono finite e è arrivato il momento di andare a scuola. Molto, molto lontano da casa, però. È lì, nei loro Paesi di origine, che quasi un migliaio di bambini studierebbero, nonostante siano regolarmente residenti a Milano. Quasi un migliaio di ragazzi in età di obbligo scolastico, che per buona parte dell'anno si allontanerebbero da mamma e papà, per trasformarsi in pendolari dei libri. Un'ipotesi che non convince il Comune: "Più probabilmente - spiega l'assessore all'Educazione, Bruno Simini - questi bambini non vanno a scuola. Né all'estero, né tanto meno in Italia. In ogni caso, se davvero frequentassero le scuole nei loro Paesi di origine, non potrebbero risultare residenti in città".
Una preoccupazione, quella di Simini, che sta prendendo sempre più corpo con il passare del tempo e con l'arrivo delle risposte a una lettera inviata dal Comune a circa 3.500 famiglie. Un appello lanciato inizialmente a quanti, dal semplice incrocio dei dati anagrafici con quelli dei registri delle scuole milanesi, risultavano piccoli fantasmi. Bambini in età di obbligo scolastico, dai 6 ai 14 anni: 1.500 italiani e oltre 2mila stranieri, provenienti soprattutto dall'Egitto (720), dalle Filippine (332), dalla Cina (107) e dallo Sri Lanka (199).
Una sorta di censimento dell'evasione scolastica, che sta disegnando sempre di più i profili di un'emergenza. In quasi due mesi, circa la metà dei genitori ha risposto, "ma aspettiamo che le vacanze finiscano per poter dire con certezza quanti si siano rifiutati di spiegare perché i loro figli non esistano per i nostri registri", fanno sapere dal Comune. Dei 1.400 italiani, i 700 che hanno contattato gli uffici dell'assessorato all'Educazione, hanno fornito spiegazioni convincenti dimostrando, ad esempio, che i loro ragazzi sono iscritti a istituti dell'hinterland.
Per tanti altri, però i dubbi da chiarire sono ancora molti. "Delle duemila famiglie straniere che abbiamo cercato di contattare - continua Simini - in mille hanno risposto. La maggior parte ci dice che i loro figli frequentano le scuole dei loro Paesi di provenienza. Ma i bambini sono residenti nel luogo dove trascorrono la maggior parte del loro tempo. Per gli italiani che studiano all'estero esiste un'anagrafe speciale, ma i ragazzi stranieri, se frequentassero realmente classi all'estero, perderebbero la loro residenza a Milano. La paura è che non frequentino proprio la scuola". Ancora tanti dubbi, quindi, troppi. Episodi da chiarire, ma che potrebbero essere altrettanti casi di evasione scolastica: le situazioni più gravi - circa 400 - sono state segnalate al Tribunale dei minori, che adesso dovrà escludere l'ipotesi che questi bambini disertino i banchi per andare a lavorare. Un capitolo a parte è quello dei genitori egiziani, le famiglie che mandano i loro figli alla scuola islamica di via Quaranta e che rivendicano con orgoglio il loro diritto a farlo. "Anche in questo caso - commenta l'assessore - la strada da fare è ancora lunga: dobbiamo cercare di aprire un varco nella diffidenza di tante famiglie. Un obiettivo che non potremo certo raggiungere l'otto settembre, con il primo giorno di scuola".