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Repubblica-Milano-"Io, precaria da vent'anni finita in fondo alla classifica"

'INTERVISTA Marinella Stangherlin: "Ero ottava, ora al numero 785. Sono stufa di ricominciare da capo" "Io, precaria da vent'anni finita in fondo alla classifica" Quest'an...

29/07/2004
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la Repubblica

'INTERVISTA
Marinella Stangherlin: "Ero ottava, ora al numero 785. Sono stufa di ricominciare da capo"
"Io, precaria da vent'anni finita in fondo alla classifica"
Quest'anno ero sicura di ottenere finalmente l'assunzione che ho mancato per un soffio già nel 2001
ALESSIA GALLIONE


(segue dalla prima di cronaca)
Marinella Stangherlin, lei insegna italiano e latino alle scuole superiori. Da quanto tempo?
"Dall'anno scolastico 1981-82. Ho cominciato dopo la laurea in Filologia greca e latina e qualche tempo passato a fare ricerca all'università, in quella che un tempo si chiamava una "scuola legalmente riconosciuta". Una privata, insomma. Avevo fatto questa scelta proprio perché, ironia della sorte, avevo paura del precariato. Con un figlio in arrivo, non me lo potevo permettere. Pensavo che, almeno, avrei avuto uno stipendio sicuro".
E invece?
"E invece quel liceo scientifico è fallito e nel ?94 mi sono trovata in mezzo a una strada. Ed è cominciata la vita da precaria. Quella che temevo tanto: il primo anno da supplente ho girato quattro scuole diverse. Poi un anno in una, due in un'altra, dal classico allo scientifico, dal Parini al Frisi di Monza, dal Donatelli al Berchet. Sempre a ricominciare da capo".
Come sono stati questi dieci anni da precaria?
"Quella del precario è una vita di incertezza assoluta, senza la possibilità di programmare il futuro. Di paure, dubbi e preoccupazioni, che riesci a dimenticare solo quando entri in classe. Lì cerchi di mascherare tutto, per quei ragazzi che ti guardano dall'altra parte della cattedra e hanno bisogno che tu ci sia. Che tu sia la loro professoressa".
In questi anni, se scorre le classi in cui ha insegnato, c'è una scuola che non avrebbe voluto abbandonare a fine anno?
"Ce ne sono due e entrambe sono del Berchet. Forse perché anch'io ho frequentato quel liceo, forse perché erano ragazzi speciali. Mi chiamo Marinella e l'ultimo giorno di scuola portarono un cd con la "Canzone di Marinella" di De André. Anche quella volta non sono più tornata, ma alcuni di loro li sento sempre".
Quest'anno non sa neppure se avrà una supplenza.
"Deve esserci stato un errore e infatti ho presentato subito ricorso. Non è possibile: ero all'ottavo posto in graduatoria e mi sono ritrovata all'785esimo, avevo 201 punti e ora 16. Quest'anno ero quasi sicura di ottenere l'assunzione, quella che dovevo già avere nel 2001. Conservo ancora la lettera di convocazione. Alla fine si fermarono a chiamare il decimo nome prima di me. E invece sono qui, piena di rabbia e vergogna. Mi sono sentita umiliata lì, in mezzo a tanti colleghi come me, a parlare di punti e diritti che mi spettano. A non vedere riconosciuti i propri meriti e punteggi. Questo lavoro l'ho fatto per passione, nonostante uno stipendio da 1.187 euro al mese".
Solo un errore nell'assegnazione dei punteggi, quindi?
"Non può essere diversamente. Anche se l'ultimo anno è stato il caos totale con i criteri di assegnazione che cambiavano continuamente".
Come sarà il suo agosto?
"Un mese di ansia. Dovrò aspettare. Gli scorsi anni, almeno finiva tutto a luglio, stavolta non sappiamo niente. Andrò in vacanza in Croazia, ma sarò qui prima del 20 agosto per vedere le graduatorie definitive. E poi mi allontanerò meno rispetto allo scorso anno. Voglio essere sempre rintracciabile".