Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica-Milano-Nidi e materne chiusi per sciopero

Repubblica-Milano-Nidi e materne chiusi per sciopero

Nidi e materne chiusi per sciopero Lunedì la protesta degli educatori: troppi tagli, non ce la facciamo "Non c'è alcuna differenza nel servizio offerto" L'agitazione decisa dopo...

14/09/2005
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Nidi e materne chiusi per sciopero
Lunedì la protesta degli educatori: troppi tagli, non ce la facciamo
"Non c'è alcuna differenza nel servizio offerto"
L'agitazione decisa dopo lo spostamento di 40 maestre da quattro nidi
Il sindacati: la qualità non è garantita, se non c'è selezione con i privati
L'assessore Simini: "Non è vero, e gli istituti comunali ora sono di più"
ANGELA MANGANARO


Le maestre sono poche, gli asili privati troppi, e la qualità non è garantita. Sono i motivi dello sciopero delle educatrici che lunedì bloccherà nidi e scuole materne a due settimane dall'apertura. Ma l'assessore all'Educazione Bruno Simini smonta una per una le ragioni della protesta.
A spiegare i motivi delle maestre è Daniela Cavallotti, sindacalista della Rappresentanza di base: "Ci sono sempre più strutture che non garantiscono la qualità dell'insegnamento, e sempre meno educatrici con una formazione seria alle spalle. Si rischia di avere nidi di serie A e nidi di serie B, dove non c'è nessun controllo sulla preparazione delle educatrici: un mestiere che non si riduce solo a tenere a bada un bambino". L'assessore risponde: "Le educatrici degli asili privati fanno i corsi di formazione: il Comune controlla continuamente la preparazione di tutti gli insegnanti. Non c'è alcuna differenza tra gli asili in termini di qualità".
Il sindacato contesta l'apertura in due anni di 64 nidi convenzionati e 16 nidi in casa: "Il Comune privatizza gli asili: la politica è quella di favorire le strutture gestite dalle cooperative". Bruno Simini nega la scelta privatistica: "Ai 64 nidi privati vorrei affiancare i 54 comunali aperti in questi anni. Quando sono arrivato i nidi erano 112, ora sono 164: abbiamo azzerato le liste d'attesa".
Il malumore delle maestre circolava da tempo. Lo sciopero è stato deciso dopo lo spostamento di 40 di loro dai nidi Aldini, Margherite, San Giminiano e Spadini: "I quattro nidi sono passati sotto la gestione dei privati, le 40 educatrici sono state messe in mobilità e quei nidi si sono impoveriti". Simini replica alle maestre anche su questo: "Le abbiamo messe in quattro nuove strutture per bimbi da 0 a 6 anni: ci servono lì per sperimentare un nuovo modello educativo che garantisca un percorso e appunto la qualità. Abbiamo scelto la strada della convivenza di pubblico e privato".
Secondo il sindacato alle scuole materne c'è un'insegnante ogni 28-30 bambini contro un massimo di 25 stabilito per legge, al nido una ogni 9-10 contro un tetto consentito di 6 bimbi. Sul sovraffollamento l'assessore è categorico: "È falso: così il Comune infrangerebbe la legge. Sarebbe come se in una macchina ci fossero 8 vigili urbani". La paura è che non ne arriveranno altre: "Ricordo che su 3mila educatrici alle dipendenze del Comune 500 sono precarie, e rimarranno tali perché è chiaro che l'amministrazione preferisce tagliare il personale". Simini smentisce qualsiasi taglio di personale e ribatte: "I soldi della Finanziaria sono quelli: c'è un tetto alle nuove assunzioni".
Ma le maestre non ci stanno e dicono che questa strada non piace neanche ai genitori che si lamentano con loro. Pietro Petruzzelli, papà di Eros, un anno, racconta: "Avevo trovato il posto in un asilo pubblico, il Menni, ma poi mi hanno spedito a quello privato convenzionato di via Barona: ho visto che era un buco con il cemento al posto del giardino e ho protestato via fax: sapevo che mi spettava quello pubblico e lo preferivo. Alla fine ce l'ho fatta".