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Repubblica-Milano-Perché dico no ai sussidiari che vuole la Moratti

LA LETTERA Perché dico no ai sussidiari che vuole la Moratti ELENA MIGLIETTA* La ...

29/05/2004
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la Repubblica

LA LETTERA
Perché dico no ai sussidiari che vuole la Moratti
ELENA MIGLIETTA*


La scuola italiana si trova nel momento più delicato della resistenza legale alle cosiddette innovazioni della riforma, infatti proprio in questi giorni i collegi dei docenti si trovano a deliberare i tre nodi più scottanti nei quali si intrecciano due leggi che in parte si trovano in contrasto tra di loro: la legge Moratti e la legge sull'autonomia. Tutti i collegi dei docenti ormai sono informati, sia per i corsi di autoaggiornamento interni che in seguito all'effetto che i movimenti di genitori e insegnanti hanno provocato all'interno delle scuole; i tre no cui mi riferisco sono i criteri per l'individuazione delle persone cui affidare la funzione tutoriale, la riconferma del Piano dell'offerta formativa che tutti i genitori hanno in mano dal momento dell'iscrizione e l'adozione dei libri di testo. In particolare mi voglio soffermare su quest'ultimo argomento in quanto è l'unico dei tre che richiede non solo il parere dei docenti ma anche quello dei genitori ed è comunque una logica conseguenza delle decisioni degli insegnanti in merito alla figura del tutor e rientra in un discorso più ampio di rifiuto di una riforma non condivisa né dagli insegnanti né da gran parte dei genitori e neppure dai sindacati. Proprio in questo periodo la nostra commissione sulla riforma ha proposto alle scuole vicine una lettura comparata delle indicazioni nazionali con le nostre programmazioni. Premetto che le Indicazioni Nazionali sono allegate alla circolare applicativa del decreto che riordina materna, elementare e media perché non ha seguito ancora l'iter legislativo che li rende obbligatori, quindi sfruttando la legge sull'autonomia possiamo decidere di non applicarli.
La conseguenza è che per esempio il programma di storia inizia in terza elementare con la preistoria e finisce in terza media con la storia contemporanea e quindi l'argomento di storia trattato in classe non corrisponde più ai libri ora in adozione; inoltre i docenti, per esempio di quinta, che hanno già iniziato lo studio della storia col vecchio ordinamento, si trovano ora più avanti di quanto è previsto e dovrebbero ricominciare a studiare i Romani e il Cristianesimo che avevano già affrontato in terza; è chiaro che la cosa è incompatibile. L'esempio della storia è il più evidente ma anche geografia cambia radicalmente gli argomenti. Il nostro circolo, come del resto tutta Milano e hinterland sta già facendo, ha deliberato di adottare quindi la scelta alternativa poiché questo ministero, per poter riutilizzare i libri che avevamo scelto, ci impone di scegliere i libri ante riforma come alternativi. Tutto questo ha creato non pochi problemi alle case editrici che dopo i primi rifiuti hanno dovuto adeguarsi e impegnarsi a ristampare i libri vecchi. Devo anche aggiungere che il sondaggio di Repubblica per reinserire la teoria di Darwin ha suscitato tanto clamore da costringere il ministero a fare parziale marcia indietro, cosa che potrebbe verificarsi anche per altre parti dei contenuti delle Indicazioni Nazionali che richiederebbero non poche modifiche per renderli almeno accettabili. Questa grande incertezza sul futuro ha sconsigliato ai docenti l'adozione di libri di testo adeguati a programmi che non sono il risultato di una approfondita elaborazione scientifica e di un confronto ampio sui loro contenuti; anche i genitori hanno espresso parere favorevole e pieno appoggio alla scelta degli insegnanti.
Elena Miglietta
*insegnante scuola elementare