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Repubblica-Milano- Resta il lavoro più bello anche se siamo dimenticati

IL PROFESSORE Tiziano Tussi insegna storia e filosofia: dopo 25 anni ricominciare mi piace sempre "Resta il lavoro più bello anche se siamo dimenticati" Adoro la Rivol...

07/09/2004
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la Repubblica

IL PROFESSORE
Tiziano Tussi insegna storia e filosofia: dopo 25 anni ricominciare mi piace sempre
"Resta il lavoro più bello anche se siamo dimenticati"
Adoro la Rivoluzione Francese e Marx, dai ragazzi imparo ogni giorno a essere meno drastico nei giudizi
TERESA MONESTIROLI


Tiziano Tussi, professore di storia e filosofia al liceo scientifico Severi, domani la scuola riapre anche per lei. Come si sente?
"Tranquillo. Dopo tanti anni non ho più l'emozione del primo giorno. Ricominciare mi piace sempre".
Avrà nuovi studenti?
"Come ogni anno".
Cosa dirà per presentarsi?
"Nome e cognome, quello che faccio e poi comincio a lavorare. Non mi piace parlare di me, preferisco spiegare".
Qual è il suo filosofo preferito?
"Marx, anche se con l'età inizio ad apprezzare Fuerbach".
E il periodo storico più interessante da raccontare?
"La Rivoluzione Francese perché ha posto le basi per la difesa dei valori universali dell'epoca moderna".
Da quanti anni insegna?
"Venticinque".
Non si è ancora stancato?
"Ho avuto alcuni momenti di scoramento, ma questo lavoro continua a piacermi molto".
Cosa le piace?
"La scuola è una delle ultime roccaforti della cultura in una società in cui l'ignoranza dilaga e fare l'insegnante è ancora un mestiere che ti permette di capire dove sta andando il mondo. E questo non è poco. Ho fatto tanti mestieri, alcuni meglio retribuiti. Li ho trovati tutti di una ripetitività spaventosa".
Mentre l'insegnamento non è ripetitivo?
"Si basa sull'incontro e sul rapporto con gli studenti, che sono sempre diversi. È come se cambiassi lavoro ogni anno perché tutto dipende da quell'incontro".
Lavoro gratificante ma poco redditizio.
"Guadagno 1500 euro al mese, che in una città come Milano è pochissimo. Ma il problema non è solo lo stipendio. È anche la poca considerazione che la gente ha di noi e del nostro lavoro".
Come si prepara per il suo primo giorno di scuola?
"Non ho nessun rito particolare. Sarà un giorno come gli altri".
In questi 25 anni come sono cambiati i giovani?
"Purtroppo sono peggiorati. Si è alzato il livello di approssimazione ed è sempre più difficile spingerli alla riflessione e rielaborazione".
Un professore deve essere amico o nemico degli studenti?
"Un nemico mai, ma anche essere amico è molto rischioso. Alcuni ragazzi, specialmente i più deboli, tendono a instaurare un rapporto di amicizia e complicità ma l'insegnante non è né un prete né un confessore".
Che cosa ha imparato dai giovani?
"La tolleranza. I ragazzi mi insegnano ogni giorno a essere meno drastico nei miei giudizi dimostrandomi che le persone possono anche cambiare".
E lei cosa cerca di insegnargli?
"A essere curiosi".
Si è mai infatuato di una studentessa?
"Il rapporto erotico fra docente e studente è una questione molto delicata. È un pericolo continuo perché il docente esercita una forte attrattiva sui giovani. Ma l'attrazione tra maestro e allievo, ovviamente non in senso sessuale, è anche una delle molle principali che permette il passaggio della cultura".