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Repubblica/Milano: Scuola, la grande corsa al recupero

Nei professionali punte fino all´80% di ragazzi con insufficienze. Ma non ci sono fondi per offrire i corsi a tutti

13/03/2008
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la Repubblica

Uno studente su due ha debiti da cancellare, il 70% nei licei
Quasi uno studente delle superiori su due, il 44 per cento del totale a Milano e in provincia, dovrà frequentare corsi di recupero per una o più materie dove ha rimediato insufficienze. Mano pesante nei classici, dove ad avere debiti sono in media sette studenti su 10, e punte di 8 su 10 in alcuni professionali. Ma non sarà possibile organizzare lezioni extra per tutti: quindici ore pomeridiane di corso, per una sola materia in una sola classe, costano alla scuola mille euro tra straordinari al docente e tasse. I presidi stanno quindi cercando di arrangiarsi accorpando classi e organizzando corsi solo per le materie più importanti e impegnative. I problemi più grossi li hanno gli studenti delle prime e delle terze classi con il 48 per cento di insufficienti. La materia meno amata, in cui si riscontrano punte superiori al 60 per cento di voti sotto il 6, è storia. Giorgio Castellari, preside dello scientifico Vittorini: «Faremo il possibile per aiutare tutti ma chi non si adegua ripeterà l´anno».

Pomeriggi a scuola per ripassare Seneca e la grammatica greca. Il tempo di mangiare una focaccina dopo la campanella dell´ultima ora, e di nuovo sui libri. A Milano la strage delle insufficienze al primo quadrimestre si è verificata soprattutto, ma non solo, nei licei classici. E in questi giorni gli studenti sono alle prese con i corsi di recupero per allontanare l´incubo della bocciatura. Un rischio concreto, da quando il ministro all´Istruzione Giuseppe Fioroni ha reintrodotto gli esami a settembre, anche per una sola materia.
Nei classici milanesi ha almeno un´insufficienza, in media, il 70 per cento degli studenti. Al Manzoni, a due passi da via Torino, 611 alunni su 855 hanno una o più materie sotto il 6. Stessa proporzione al vicino Tito Livio, e al Berchet non va molto meglio: segue un corso di recupero il 56 per cento degli iscritti (in quinta ginnasio si va oltre il 60), e sono solo una parte di quanti hanno un´insufficienza. Il preside Innocente Pessina spiega: «Fare corsi per tutti è stato impossibile per ragioni di spesa. Abbiamo inviato lettere a casa di tutti gli insufficienti, ma i meno gravi dovranno organizzarsi e studiare di più. Penso lo faranno: hanno capito che si rischia di essere bocciati».
In tutte le scuole, di ogni ordine e grado, la copertura finanziaria garantita dalla direzione scolastica regionale non ha permesso di organizzare corsi per tutte le discipline. Perché il recupero costa: per 15 ore di lezione pomeridiane extra, in una sola classe e per un´unica materia, ogni scuola spende 1000 euro fra straordinari al professore e tasse varie. E allora alle scuole è toccato arrangiarsi. Luigi Barbarino, preside al classico Manzoni, spiega: «Abbiamo accorpato più classi, abbiamo concentrato nei corsi gli insufficienti di sezioni diverse». Alcuni professori, nonostante la paga extra, non ne hanno voluto sapere di tornare a scuola al pomeriggio e le scuole sono state costrette a cercare altrove. Come allo scientifico Severi, dove il preside Paolo Saporiti ha dovuto chiamare insegnanti esterni. «Pochi, per fortuna, e solo in matematica» dice Saporiti, che però aggiunge: «Il vero problema sarà a giugno per i corsi di recupero del secondo quadrimestre, quelli che gli studenti faranno per evitare la bocciatura. Oltre la metà degli insegnanti ha già comunicato che non sarà disponibile».
Milano è comunque più virtuosa rispetto alla media nazionale. Ad avere una o più "materie sotto" - secondo dati forniti dalla direzione scolastica - è il 44 per cento degli iscritti contro un 70 di media nazionale. I problemi più grandi li hanno gli studenti delle prime e delle terze classi (48% di insufficienti) con punte del 60 in storia e geografia. In alcuni professionali ci sono punte dell´80% di insufficienti: il record in negativo ce l´ha il Marignoni, in via Melzi d´Eril, che sfiora il 90.
Una situazione che Paola Tieri, il funzionario del Provveditorato che ha coordinato l´organizzazione dei corsi, giudica «tutto sommato positiva. Come positiva è stata anche la risposta delle scuole, che dopo le difficoltà iniziali sono riuscite in 91 casi su cento a fare partire i corsi pomeridiani».