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Repubblica-Milano-Scuola, un concerto di proteste

Preoccupa la prospettiva che scompaiano le medie con indirizzo specialistico per le lezioni di strumento Scuola, un concerto di proteste I professori di musica aprono le manifestazioni c...

12/02/2004
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la Repubblica

Preoccupa la prospettiva che scompaiano le medie con indirizzo specialistico per le lezioni di strumento
Scuola, un concerto di proteste
I professori di musica aprono le manifestazioni contro i tagli
L'incertezza di 42 istituti che non sanno cosa rispondere alle numerose domande di iscrizione avanzate dalle famiglie per il prossimo anno
TERESA MONESTIROLI


A dare il via alla tre giorni di proteste contro la riforma della scuola, sono i professori di musica. Questa mattina, alle 10, si ritrovano davanti agli uffici della direzione scolastica regionale in piazza Diaz per un concerto-improvvisazione. Ma la contestazione proseguirà domani, quando più di venti scuole elementari saranno occupate simbolicamente dai genitori per difendere il tempo pieno. E sabato chiusura con tre cortei cittadini: due al pomeriggio organizzati dalla Rete di resistenza a cui hanno aderito tutti i sindacati, e uno al mattino preparato dal Coordinamento degli studenti delle superiori.
Un'imponente mobilitazione per dire no alla nuova scuola disegnata dal ministro Letizia Moratti nella legge 53, che "non accenna minimamente al caso delle medie a orientamento musicale", protestano gli insegnanti di strumento che da oltre trent'anni a Milano tengono lezioni "curriculari" di violino e pianoforte, flauto e chitarra, ai ragazzi dagli 11 ai 13 anni. "La riforma non dà alcuna indicazione sul futuro delle ore di musica - spiega Maurizio Schiavo, insegnante di violino alla scuola Quintino di Vona, uno dei tanti docenti che oggi in piazza Diaz farà vibrare le corde del suo strumento contro la riforma - . Il decreto legge ha letteralmente "dimenticato" le nostre scuole, ma non c'è traccia di noi neanche nelle circolare sulle iscrizioni dove si fa riferimento a non precisati laboratori pomeridiani", gettando nel caos tutte le 42 scuole a indirizzo musicale di Milano e provincia, che da giorni hanno a che fare con le domande insistenti delle famiglie. "Abbiamo già fatto i test attitudinali per il prossimo anno - spiega Jacopo Pini, insegnante alla Franceschi - ma non sappiamo cosa rispondere ai genitori che chiedono informazioni sul prossimo anno". Le tre ore settimanali di strumenti saranno obbligatorie e curriculari, come ora, o diventeranno facoltative? "Non lo sappiamo - risponde desolata la preside della Franceschi, Anna Maria Bassetto - . Stiamo aspettando l'organico per capire come comportarci. Pare che la musica non rientri nelle 27 ore obbligatorie. Se fosse così, sarebbe un vero delitto. Le medie a indirizzo musicale sono uno dei fiori all'occhiello della nostra scuola e dopo anni di sperimentazioni, finalmente nel 2000 sono state riconosciute. E ora invece di estendere le lezioni di strumento, decidono di cancellarle. In tutta Europa la musica si studia fin dai primi anni di scuola. L'unico Paese dove si suona e si canta poco è l'Italia che, per altro, ha una lunga e riconosciuta tradizione".
E così, "per prevenire il disastro e salvare la musica", oggi decine di insegnanti hanno deciso di farsi sentire. "Con la musica invece che con gli slogan - spiega il professor Pini - . D'altronde è per lei che lottiamo. Perché abbiamo imparato che i ragazzi che suonano uno strumento, sviluppano alcune attitudini meglio e più in fretta degli altri, come la concentrazione, l'espressione delle emozioni, l'ascolto e l'autocritica. Ma è anche un ottimo strumento, per combattere la dispersione scolastica e per togliere i ragazzi dalla strada facendoli appassionare a qualcosa". Oltre a scoprire talenti. L'ultimo è un giovanissimo romeno con una inclinazione per il pianoforte. "Suonava continuamente, anche durante l'intervallo - racconta la preside Bassetto - . L'abbiamo seguito con maggiore attenzione e l'abbiamo preparato alla selezione al Conservatorio. Ce l'ha fatta. Sono sicura che sentiremo parlare di lui".


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