Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica/Milano: Senza investimenti pubblici la qualità privilegio dei ricchi

Repubblica/Milano: Senza investimenti pubblici la qualità privilegio dei ricchi

Il rischio è di tornare alle scuole di serie A o di serie B a seconda delle condizioni economiche dei genitori

07/06/2009
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

INNOCENTE PESSINA

Una scuola milanese comunica ai genitori che dal prossimo anno le lezioni di latino le dovranno pagare di tasca propria. Si tratta di un insegnamento aggiuntivo e fa parte del Piano dell´Offerta Formativa (POF) ma non essendoci soldi, sono costretti a pretendere una retta.
Non è insolito che si chieda alle famiglie di mettere mano al portafoglio: molte scuole all´iscrizione chiedono un contributo, libero e volontario per carità, e poi durante l´anno "fanno capire" che se si vuol garantire un servizio dignitoso occorre dare una mano. Serve la carta igienica? Pronti! Al mattino non strano vedere qualche studente che va a scuola coi rotoli richiesti. Un nuovo computer perché quello del laboratorio è obsoleto o rotto? I genitori si organizzano, fanno una lotteria, sfornano torte, feste, inventano strane, colorate e fantasiose iniziative e alla fine ecco comparire il computer richiesto.
Non che questo sia sempre sbagliato, dare un concreto contributo alla scuola dei propri figli fa bene e ci fa sentire utili. Ma quello che è triste e potenzialmente pericoloso è che non ci si limita più alla carta igienica, al potenziamento delle strumentazioni, al corso di chitarra o di teatro, ma ora si va oltre. Si chiede di pagare un´ora di lezione che la scuola considera determinante per il proprio progetto formativo.
Da quando esiste l´autonomia delle scuole, ogni istituto ha cercato di personalizzare e di rendere più qualificato il proprio progetto formativo aggiungendo insegnamenti che, si ritiene, corrispondono meglio alle esigenze della propria utenza e del proprio territorio. Ecco quindi il corso di strumento musicale, quello di nuoto, il corso di teatro utilissimo per i timidi e gli impacciati e le lezioni di latino per chi andrà al liceo. Ma anche lo sportello psicologico alle superiori, i progetti di prevenzione delle droghe, del tabagismo, dei comportamenti sessualmente a rischio. Una volta erano offerti dalle Asl o finanziate da Enti locali, oggi sono a totale carico delle scuole. Anche queste dovremo farle pagare?
Infine: i genitori fino a ieri avevano la libertà di scegliere la scuola secondo il progetto educativo, senza preoccuparsi troppo dei costi. Ora se gli istituti dovranno fare i conti con le proprie magre risorse di bilancio e non ci saranno più finanziamenti pubblici, avremo ancora una volta, scuole con genitori più benestanti che potranno permettersi di arricchire il proprio POF e altre invece dove l´offerta formativa sarà inevitabilmente più scarna e povera. Speriamo che, su questa strada, tra i documenti di rito che ogni genitore dovrà consegnare all´atto dell´iscrizione non si arrivi a richiedere anche il numero della carta di credito: spiace dirlo, ma, se non si ritorna ad investire nelle scuole con il denaro pubblico, si tornerà inevitabilmente ad avere scuole di serie A e scuole di serie B.