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Repubblica/Milano: Senza soldi la scuola è meno materna

La denuncia dei genitori: classi più numerose, servizi ridotti

17/11/2007
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la Repubblica

Il sonnellino del pomeriggio è un privilegio per pochi: le "aule del sonno" sono occupate dalle sezioni primavera
La merenda di metà mattina è abolita Non ci sono le inservienti per lavare e tagliare la frutta
Dai pennarelli alla carta, dallo scottex fino alle tende per le finestre continuano ad aumentare le richieste di contributi alle famiglie

ZITA DAZZI

Narrano i genitori di ragazzi oggi alle medie che, solo dieci anni fa, i bambini della scuola materna facevano merenda alla mattina con la mela sbucciata e il pisolino al pomeriggio in una stanza della scuola a loro dedicata, piena di materassi, cuscinoni e con le finestre oscurate da tende colorate. Privilegi che oggi non ci sono più. Lo spuntino della metà mattina non si fa, perché non ci sono le commesse che una volta lavavano e tagliavano la frutta. E il sonnellino è un "privilegio" accordato a una minoranza, perché le scuole non hanno più le "aule del sonno", destinate a volte alle nuove sezioni "primavera", per i bimbi di due anni e mezzo in arrivo dai nidi sovraffollati. Alle famiglie che si lamentano, viene prospettata la "possibilità" di ritirare i figli alle 13.45 invece che alle 16, «per farli dormire comodamente a casa», com´è stato ventilato in via Tolstoj, via Lorenteggio, via Faravelli, via Sant´Orsola. Un´opzione, non un obbligo, dunque. In periferia, come in pieno centro. Altrimenti, i piccoli assonnati possono sempre stare in classe, ma svegli.
Come in passato, le famiglie portano a scuola fazzoletti di carta, scottex, asciugamani, tovaglioli, bavaglini, bicchieri, pannolini, materiale vario da riciclare durante le attività didattiche. Ma le richieste, nonostante il regolamento lo vieti, continuano ad aumentare. Nella maggior parte delle scuole bisogna portare anche matite, pennarelli, pastelli, carta, cartoncini, farine, fagioli e cereali per giocare, plastilina, quando non addirittura giochi, costruzioni, libri, tricicli, cuscini per creare uno spazio morbido dove far dormire bambini, tende, appendiabiti. Il tutto naturalmente in aggiunta a un versamento di un "fondo cassa" per l´acquisto del materiale necessario in classe, che può variare dai 10 ai 35 euro. E senza contare le attività a pagamento, come i corsi di musica che si tengono in orario scolastico ma solo per i bambini figli delle famiglie che possono permetterselo.
Storie, aneddoti e disagi raccontati da mamme e papà di tante delle 170 scuole dell´infanzia del Comune, che ospitano oltre 22.800 bambini fra i 3 e i 5 anni. Problemi che nascono dal continuo calo dei fondi e del personale, associato all´aumento dei bambini per classe per ridurre una lista d´attesa che ogni anno cresce sempre di più: su 843 classi, l´anno scorso, solo 85 avevano meno di 25 iscritti e ben 587 ne avevano da 26 a 28. In ogni classe solo due maestre, una al mattino, una al pomeriggio.
Il problema, come spiega Paola Bocci, consigliere di zona 1, delegata ai problemi scolastici, è chiaro: «Se si aumentano i posti disponibili semplicemente aumentando il numero di bambini per classe o aprendo sedi aggiuntive, inadatte o precarie, la qualità del servizio ne risulterà sicuramente penalizzata. Se alle mancanze di materiale in qualche modo riescono a sopperire i genitori volenterosi, sicuramente le famiglie non possono risolvere le periodiche difficoltà per la scarsezza di personale che mettono in ginocchio le direzioni didattiche e rendono difficile portare avanti progetti didattici di qualità».


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