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Repubblica-Milano-Università, lezioni anti-Moratti

LE TAPPE Docenti e ricercatori mobilitati in Statale, Bicocca e Politecnico. E c'è chi in aula andrà lo stesso ma per spiegare il suo no Università, lezioni anti-Moratti Set...

09/10/2005
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la Repubblica

LE TAPPE
Docenti e ricercatori mobilitati in Statale, Bicocca e Politecnico. E c'è chi in aula andrà lo stesso ma per spiegare il suo no
Università, lezioni anti-Moratti
Settimana di protesta contro la riforma: scioperi e assemblee
Lezioni a rischio per decine di migliaia di studenti e c'è chi vuole paralizzare gli atenei
Venerdì assemblea in via Festa del Perdono per discutere altre iniziative di lotta
TERESA MONESTIROLI


Sarà una settimana di protesta nelle tre università pubbliche della città. Con lezioni, esami e laboratori a singhiozzo. E, al loro posto, assemblee e volantinaggi. Doveva essere la settimana del blocco totale dell'attività didattica, come molti speravano, invece sarà una mobilitazione spalmata a macchia di leopardo sulle nove facoltà della Statale, sulle otto della Bicocca e le nove del Politecnico. Con migliaia di professori e ricercatori sul piede di guerra e decine di migliaia di studenti coinvolti.
Le forme di adesione sono diverse a seconda delle facoltà: ci saranno professori che incroceranno le braccia e faranno saltare lezioni e appelli d'esame, e docenti che invece entreranno in aula ma solo per discutere della tanto contestata riforma dello stato giuridico dei docenti universitari, che dal 24 al 26 ottobre sarà discussa, e votata, per l'ultima volta alla Camera. È impossibile tracciare una mappa della protesta dal momento che nessun consiglio di facoltà ha deliberato una mozione a riguardo. Una colpo di scena, però, potrebbe arrivare martedì quando si riunirà, in via del tutto eccezionale, il senato accademico della Statale. A quella riunione il preside della facoltà di Scienze - la più attiva a Milano - si presenterà con in mano un documento votato in consiglio che chiede al massimo organo dell'ateneo di sospendere le lezioni per un'intera settimana, "per dare un segnale forte" al governo contro il disegno di legge che da mesi tutto il mondo universitario sta criticando.
L'unico momento corale della settimana sarà venerdì, alla Statale, quando tutti i ricercatori e i professori saranno invitati a partecipare a una grande assemblea in cui verrà chiarito il maxiemendamento votato in senato a fine settembre e si discuteranno possibili altre azioni di lotta. Ha già confermato la sua presenza il rettore Enrico Decleva, che riferirà all'assemblea la presa di posizione della Crui (nell'incontro di mercoledì i rettori parleranno dell'ipotesi di rimettere il loro mandato). Fra gli ospiti dovrebbero esserci anche i rettori del Politecnico Giulio Ballio e della Bicocca Marcello Fontanesi, oltre al responsabile dell'università dei Ds alla Camera Walter Tocci e un rappresentate della maggioranza. Assemblee di ateneo, invece, sono i programma per mercoledì mattina sia al Politecnico che alla Bicocca.
La protesta non è organica, è vero, ma l'opinione dei professori sulla riforma è molto negativa. "Il nuovo testo limita i danni, ma resta comunque una pessima riforma" spiega Stefano Simonetta, ricercatore alla facoltà di Filosofia della Statale. "Il provvedimento che stanno approvando è un'operazione gattopardesca, nel senso che fa molto rumore per nulla - commenta Vincenzo Russo, associato a Veterinaria -. L'università si meritava una legge più seria". E Michele Zucali, ricercatore di Scienze alla Statale aggiunge: "A parole sono tutti d'accordo nel condannare questa riforma, ma alla fine l'adesione alla protesta sarà personale". Anche al Politecnico non c'è una mobilitazione organizzata. Ma in tanti hanno intenzione di fermare le lezioni. "Non andrò in aula - racconta Raffaella Neri, professore associato al Politecnico - perché ritengo che questo emendamento non cambi la sostanza di una riforma che smobilita parte della ricerca universitaria". Lorenzo Montali, ricercatore alla Bicocca, invece, a lezione ci andrà, ma per raccontare ai suoi studenti quello che sta succedendo: "Dirò loro che la riforma aumenta la precarizzazione e penalizza i giovani che finiranno per cercare delle carriere più sicure". Sì, perché, per quelli che da domani protestano i giochi sono fatti. Ma per quelli che oggi sono studenti, il futuro è ancora tutto da costruire.