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Repubblica/Napoli: "Mancano pure i bidelli, partenza a rischio"

Bottino: sono preoccupato, in cattedra 4 mila supplenti in meno La Regione manterrà in ruolo 300 docenti grazie a un intervento da nove milioni di euro. Gabriele: "Ma a Roma ignorano i nostri appelli"

01/09/2009
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la Repubblica

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«Sto facendo di tutto per limitare i danni. Sto insistendo con Roma per ottenere più insegnanti, sto lavorando con la Regione. Sto persino autorizzando operazioni al di fuori della norma, per conservare il posto a circa duemila Ata (il personale tecnico-amministrativo). Ma persiste il rischio che oggi ci si ritrovi con qualche scuola che resta chiusa perché manca, materialmente, il bidello con le chiavi». Il direttore scolastico regionale, Alberto Bottino, si dice «preoccupatissimo».
«Ma la tensione per la difesa dei posti di lavoro esiste in tutta Italia, e non solo nel mondo della scuola. Certo qui la situazione è particolarmente dolorosa: ci saranno circa 4000 supplenti in meno, rispetto all´anno scorso». Tagli di 8000 posti, ma Bottino tenta di ridimensionare il danno: «Una parte dei tagli è ammortizzata dai pensionamenti», spiega, e poi ci sono state le immissioni in ruolo. «Ne abbiamo già fatte mille per i docenti e settecento per il personale Ata, nonostante i ritardi nel calendario nazionale». Restano i tagli: «Mi sto impegnando con Roma per ottenere qualche docente in più, ma ho le mani legate. Le scelte del governo non sono io a poterle contestare. L´azione politica non spetta a me». Così, mentre Bottino cerca di placare gli animi dei precari e li rassicura circa il fatto che «da questo ufficio non partirà alcuna denuncia per la protesta di oggi», scendono in campo la Cgil e la Regione, schierati con gli insegnanti che perdono il posto, ma soprattutto contro il governo «che continua nelle spallate alla scuola pubblica».
«La Campania è la regione più colpita dai tagli - afferma il presidente Bassolino - eppure la qualità dell´istruzione e della formazione sono temi decisivi per il rilancio di un Sud che vuole stare al passo con le grandi sfide della modernizzazione e della crescita. La Regione anche per quest´anno manterrà in ruolo oltre 300 docenti precari. Ma è necessario che anche il governo faccia la sua parte». Non è tutto: «Occorre subito la convocazione di un tavolo interistituzionale con il governo, la Regione, le Province e i sindacati per definire nuove possibili soluzioni». La mobilitazione delle istituzioni era stata chiesta, in mattinata, anche dalla Cgil scuola della Campania, che ha rivolto un invito alla partecipazione alla società civile: «La Campania è vittima di oltre il 15 per cento dei tagli nazionali - afferma il segretario regionale della FlcCgil, Giuseppe Vassallo - quella del governo è una scelta chiara contro la scuola pubblica. Una scelta antimeridionalista». «La Cgil - aggiunge il segretario provinciale Gabriella Refuto - è al fianco dei lavoratori per frenare lo smantellamento della scuola pubblica. Ma chiediamo alle altre organizzazioni sindacali e alla società civile di unirsi a noi in un´azione collettiva a sostegno dell´istruzione pubblica».
Manifestazioni, sit in e scioperi sono in un pacchetto di mobilitazione che il sindacato sta mettendo a punto. «Per gli insegnanti precari si profila un futuro di disoccupazione, mentre per l´intera scuola campana sono alle porte arretratezza, abbassamento dell´offerta formativa e della qualità. Cose di cui faranno le spese soprattutto gli alunni più deboli». Che fine hanno fatto, si chiede il sindacato, gli ammortizzatori sociali promessi per i precari della scuola? «Chiediamo al governo risposte concrete e all´assessore regionale Corrado Gabriele di istituire un tavolo nelle prefetture di tutta la regione». L´assessore Gabriele da tempo tiene d´occhio la questione, e ha fatto sì che la Ragione investisse nove milioni per garantire il posto ad alcune centinaia di precari. «Sei mesi fa il governo ha ignorato i nostri appelli, tutte le nostre richieste di incontro volte a scongiurare il peggio sono cadute nel nulla, le proteste di questi giorni sono la diretta conseguenza delle scelte dell´esecutivo nazionale», afferma. E aggiunge: «Noi abbiamo messo sul tavolo una serie di soluzioni, se il governo avesse utilizzato meglio la disponibilità istituzionale e finanziaria offerta dalla Regione, oggi avremmo un numero maggiore di insegnanti con un contratto di lavoro». «Credo che il ministro Gelmini - conclude l´assessore - abbia il dovere di fornire una risposta chiara agli insegnanti che in queste ore protestano. O si interviene subito, oppure si sdogana la più colossale cartolarizzazione di cervelli mai avvenuta in Italia a favore degli istituti scolastici privati, i soggetti che maggiormente beneficiano delle politiche di questo governo».
(b. d. f.)