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Repubblica-Napoli-SCUOLA, L'INGLORIOSA FINE DEI PERCORSI INTEGRATI

SCUOLA, L'INGLORIOSA FINE DEI PERCORSI INTEGRATI FRANCO BUCCINO I percorsi integrati sono dei percorsi didattici destinati a ragazzi che, dopo la scuola media, sono poco mot...

22/07/2005
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la Repubblica

SCUOLA, L'INGLORIOSA FINE DEI PERCORSI INTEGRATI
FRANCO BUCCINO

I percorsi integrati sono dei percorsi didattici destinati a ragazzi che, dopo la scuola media, sono poco motivati nello studio, meno preparati, più sfortunati. Tali percorsi triennali sono gestiti da scuola superiore ed enti di formazione professionale, cominciano con più materie scolastiche e meno attività di formazione e terminano con meno materie di studio e più attività professionali. Si concludono con una qualifica, prevedono sempre il passaggio al ciclo scolastico corrispondente.
Questo è il progetto politico prima ancora che formativo che la Regione Campania ha elaborato e tentato di realizzare. Di questo bisogna darle grande merito perché altre regioni più cinicamente, preso atto che questi ragazzi se ne vanno dalla scuola o da essa vengono espulsi, li hanno consegnati - armi e bagagli - alla formazione professionale.
Ma se l'intenzione della nostra Regione è stata ottima, la gestione di tali percorsi è stata pessima.
Le agenzie di formazione l'hanno fatta da padrone prosciugando in un solo anno le risorse di un triennio; le scuole (a parte il selezionato gruppetto di interessati) sono rimaste ai margini dei progetti; gli allievi per i percorsi sono stati reclutati non dalla strada, ma esclusivamente dalle prime classi degli istituti superiori dove si svolgono tali corsi. Dopo il primo anno di vacche grasse sono cominciati gli anni di vacche magre: sono rimasti pochi soldi per le agenzie e niente per le scuole. Le quali hanno dovuto garantire le loro prestazioni ricorrendo prima a ore di completamento o ore eccedenti l'orario di servizio dei docenti e poi a supplenti. Il dramma è che in entrambi i casi la scuola ha utilizzato quote cospicue di un fondo destinato a tutti gli studenti e a tutte le attività: per cui si arriva al paradosso che la scuola che si candida a svolgere i percorsi integrati, anziché ricevere risorse per il progetto, ci rimette pesantemente.
I percorsi integrati, oggi seicento moduli in tutta la Campania per un numero teorico di dodicimila frequentanti, in realtà forse la metà, sono destinati a una rapida e ingloriosa fine.
L'alternativa, è evidente, era ed è fornire la scuola che svolge i corsi integrati di una dotazione organica aggiuntiva adeguata. Ma il ministero da questo orecchio non ci sente, piuttosto che aprire la borsa preferisce buttare a mare l'esperienza.
E questa esperienza noi che l'abbiamo ferocemente criticata, ci troviamo costretti a difenderla.
Vogliamo difendere i percorsi integrati a condizione che vengano profondamente rivisitati. Primo: le scuole che si candidano non possono essere quelle che piangono quando non hanno gli alunni e bocciano il trenta/quaranta per cento nelle prime quando gli alunni li hanno. Secondo: le scuole idonee che attivano i percorsi devono avere a tale scopo risorse e un organico consolidato e selezionato. Terzo: la titolarità del progetto, nella logica dell'obbligo scolastico a diciotto anni, è della scuola, con buona pace di quelle agenzie che pensano di insediarsi nelle scuole "reclutando" docenti, preside e segretario.
Si tratta quindi di recuperare e riaffermare le ragioni più profonde dell'autonomia scolastica, che significa anche responsabilità delle scuole, e insieme di trovare un equilibrio più avanzato nel rapporto Stato-Regioni che porti il governo, come chiedono a gran voce le Regioni, a ritirare l'assurdo decreto di riforma della secondaria superiore, e le Regioni a riconoscere senza esitazioni la centralità della scuola pubblica in ogni ipotesi di obbligo formativo fino ai diciotto anni di età delle ragazze e dei ragazzi.
L'autore è segretario della Flc Cgil Campania