Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica/Napoli; Una scelta non neutrale

Repubblica/Napoli; Una scelta non neutrale

Guido Trombetti

26/07/2009
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

segni meno e quelli più indicano soltanto che spettano un po´ di risorse in meno o in più rispetto all´anno scorso. Teoricamente l´ultimo della tabella potrebbe essere il migliore ateneo d´Italia, ma retrocedere sui finanziamenti perché fino a ieri ha ricevuto troppo. Troppo rispetto a un modello di ripartizione. È questo il punto centrale. Andate ad Harvard e chiedete se conoscono La Sapienza, che ha il segno meno, o l´Università di pincopallo che ha il segno più. Non scherziamo. Non confondiamo le idee. Lo dico specialmente ai giovani. Le classifiche della qualità sono altre. Chiunque può leggerle in rete. Fatelo, per favore. La classifica di Shangai, di Taiwan, webometrics, academic ranking of world universities. Estrapolate le università italiane e mettetele in fila. Certamente gli indicatori e i metodi scelti producono oscillazioni. In una sei il quinto, in un´altra il settimo. Sicuramente la correlazione con la classifica ministeriale è molto bassa. Guardate la produzione scientifica dei nostri docenti. Basta usare Google Scholar. Confrontatela con i docenti dello stesso settore di atenei "premiati" e fate le vostre considerazioni. Ciò avviene perché in qualunque sistema di valutazione non vi sono sentenze assolute. Ogni valutazione segue un punto di vista. Ha come riferimento un modello di università.
Sui parametri utilizzati dal ministero molto si discute. Certamente la scelta non è mai neutrale. E i risultati dicono in modo incontrovertibile che quelli scelti privilegiano alcune aree scientifiche e alcune aree geografiche. Il lettore può facilmente dedurre quale sia il modello. Partendo dalla coda. Dalla tabella con i più e i meno. Troverà tra i primi atenei i politecnici. I grandi atenei generalisti stanno in una zona medio-bassa. Perché hanno Facoltà che non prediligono le tipologie di ricerca valutate dal ministero. Gli atenei del Nord stanno molto meglio degli atenei del Sud. Perché vivono in un contesto economico che favorisce l´occupazione dei laureati e i rapporti con le imprese. Insomma l´ateneo-modello è un ateneo a vocazione tecnica. Che intercetta ingenti fondi di ricerca. Perché ha buoni collegamenti internazionali. E perché si trova in una regione più ricca. Nel cuore dell´Europa. Se un ateneo è generalista e si trova nel Centro-Sud è necessariamente fuori modello. Quindi viene penalizzato. Per carità scelta politica assolutamente legittima. Ma scelta politica. Mi piacerebbe conoscere complessivamente quanto le istituzioni pubbliche e le fondazioni bancarie erogano ai vari atenei per sostenerne lo sviluppo. Qui da noi c´è soltanto la Regione. Il resto briciole. Ho la sensazione che il modello di riequilibrio (perché di questo si tratta) potrebbe chiamarsi "piove sul bagnato".
E tuttavia non bisogna tornare indietro. Il ministero deve assumere un ruolo guida nel rendere l´università italiana più competitiva in Europa e nel mondo. Ma rispettando la storia e la vocazione degli atenei italiani. Tenendo conto dei fattori di contesto. Rendendo noti a priori a tutti gli indicatori. Differenziando i criteri, laddove è necessario. Perché la valutazione non avvenga confrontando le solite mele con le solite pere. Insomma, ex malo bonum. Se c´è la volontà.
P. S. Adesso è stata varata l´Anvur, l´Agenzia di valutazione nazionale. Buona notizia. Purché sia veramente terza.