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Repubblica: Napolitano: il bullismo è viltà

Appello del presidente ai giovani. Fioroni: pronte le nuove regole

07/12/2006
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la Repubblica

I ds annunciano l´ingresso della questione nel pacchetto sicurezza. Il cardinale Tettamanzi: no alla violenza verso i più deboli

Attese per i prossimi giorni le linee guida del gruppo di lavoro del ministero
FERRUCCIO SANSA

MILANO - «Non abbandonatevi alla violenza e al bullismo», sono i peggiori nemici dei giovani. È l´appello di Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato ha scelto un pubblico di professori e studenti (riuniti nel salone dei Corazzieri al Quirinale) per affrontare direttamente il tema del bullismo. Il presidente della Repubblica interviene sulla questione bullismo che ieri ha raccolto voci di politici come il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, e il segretario Ds, Piero Fassino, ma anche di esponenti del mondo cattolico, soprattutto il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi. Una discussione nata dopo la scoperta del video girato in una scuola torinese - e poi diffuso su internet - in cui un gruppo di studenti picchia e umilia un compagno autistico.
Napolitano si è soffermato a lungo sul problema: «Una cosa è certa, la preparazione peggiore al vostro futuro e l´ostacolo maggiore alla realizzazione del pieno sviluppo della vostra personalità sono rappresentati dall´abbandono alla violenza e a quei fenomeni che ora si sentono definire come bullismo». Ma il capo dello Stato non si ferma qui: «L´arroganza, la prevaricazione verso il più debole, le prove di forza che sono per lo più prove di viltà, possono soltanto deturpare la personalità di un giovane e allontanarlo dalla realizzazione delle proprie aspirazioni. Dobbiamo far sì che si sviluppi, a partire proprio dalle scuole e dalla vostra esperienza di studenti, un costume completamente diverso: un costume di tolleranza, di confronto civile sia fra italiani, sia tra italiani e stranieri che sono venuti, anche per ragioni molto gravi, a vivere nel nostro Paese». Il Presidente delle Repubblica conclude con un appello a studenti e professori, auspicando che si trovi «un costume di impegno democratico, un costume di rispetto delle regole, un costume di forte ancoraggio ai valori di libertà sanciti nella Costituzione. Se voi darete un contributo in tal senso a combattere e a vincere questa battaglia potrete ancora meglio affermarvi per quello che già siete: costruttori di democrazia».
Il primo passo concreto contro il bullismo è stato l´istituzione di un squadra di lavoro da parte del ministero per la Pubblica istruzione: «La prossima settimana il nostro gruppo esporrà le sue linee guida. Faremo tutto quanto occorre per sconfiggere il bullismo», è la promessa del ministro Fioroni. Che aggiunge: «Il capitale umano, rappresentato dai nostri studenti e docenti, è la dimostrazione che noi, tutti insieme, non giriamo la testa dall´altra parte e non siamo indifferenti alla violenza nelle scuole. Ma proprio la scuola è in grado di estromettere rapidamente il bullismo e le violenze dal suo interno, con le proprie risorse e le proprie capacità».
Ma la lotta al bullismo è entrata a fare parte anche dell´agenda dei partiti politici. I Ds, attraverso il segretario Piero Fassino, la includono nel pacchetto per la sicurezza: «Battersi per la sicurezza significa agire anche sull´educazione alla legalità per battere fenomeni come il bullismo, e qui la scuola è centrale».
Numerosi, autorevoli, interventi. E forse non è un caso se proprio nello stesso giorno anche autorità religiose del calibro di Dionigi Tettamanzi hanno deciso di ribadire il loro impegno per sconfiggere il bullismo: «Se un uomo si sente estraneo, scacciato, non amato spesso finisce per diventare un "uomo contro". Lo dimostrano - conclude il cardinale di Milano - fenomeni come il bullismo, la violenza cieca e irresponsabile del branco, l´aggressività in tutte le sue manifestazioni, in particolare verso coloro che vengono ritenuti più deboli: i disabili, le donne, gli anziani».


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