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Repubblica: Nella manovra tagli alla ricerca Mussi minaccia le dimissioni

Il ministro si schiera con i rettori contro la riduzione del 10%: "Correggere l´errore in finanziaria"

27/07/2006
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la Repubblica

"Colpite solo le università scelta bizzarra e sbagliata"

BARBARA ARDU

BARBARA ARDÙ
ROMA - Università e enti di ricerca dovranno fare la loro parte. Risparmiare il 10 per cento sulle spese di gestione, affitti, servizi canoni. A occhio e croce circa duecento milioni di euro. È scritto nero su bianco nel maxiemendamento che accompagna il decreto Bersani. I rettori non ci stanno, non se l´aspettavano. E il ministro dell´Università e della ricerca scientifica Fabio Mussi (Ds) minaccia le dimissioni. «Togliere i soldi alle università - dice Mussi - è un grave errore. Siamo pronti a stringere la cinghia ma non nella Finanziaria 2007». Quindi aggiunge: «si potrebbe anche fare, nel qual caso ci vorrà un altro ministro». Lui a tagliare non ci sta. S´è battuto in Consiglio dei ministri, ha tentato di spiegare ai suoi colleghi che università e enti di ricerca dovevano essere esclusi, al pari della scuola, dai tagli previsti alle spese di gestione per enti e ministeri. Ma ne è uscito sconfitto. Ora è pronto a ingoiare, ma per poco. «Per il 2006 me la sento di chiedere uno sforzo eccezionale alla comunità scientifica per contribuire al risanamento delle finanze pubbliche: stringiamo la cinghia e guardiamo avanti. Ma è del tutto evidente che la legge Finanziaria per il 2007 deve correggere l´errore». Anche perché, spiega, «è una decisione che contrasta con il programma dell´Unione, le dichiarazioni programmatiche di Prodi alle Camere, il programma del mio ministero presentato in Parlamento, il Dpef». Si profila così un nuovo braccio di ferro all´interno della maggioranza. E se il ministro incassa il sostegno dai parlamentari dell´Ulivo Ranieri, Sasso e Soliani, i sindacati Cisl e Ugl si dicono preoccupati. «Mussi assicurò l´impegno del governo», sottolinea la Cisl-Università, che esprime «stupore e amarezza». L´Ugl sottolinea le contraddizioni di un governo che «da una parte parla di rilancio della ricerca e poi taglia il 10% delle spese».
Ma i più arrabbiati sono i rettori. Guido Trombetti, presidente della Crui, la Conferenza dei rettori, non fa sconti. «Difficile - dice - immaginare un inizio peggiore della politica del governo Prodi verso l´università e la ricerca». Anche perché i tagli al bilancio sono «insostenibili - aggiunge - per chi ha subito in questi anni contrazioni drastiche di risorse. Evidentemente a nulla è valso l´impegno del ministro Mussi». Trobetti parla anche di beffa perché il maxiemendamento «consta in decine di pagine che accolgono qui e lì esigenze corporative». Alza la voce anche il rettore dell´università di Roma tre, Guido Fabiani: «La Conferenza dei rettori aveva richiesto espressamente al ministro, raccogliendo tra l´altro un suo parere favorevole, di includere le università tra gli enti dispensati dal taglio di spese». Attacca An. Per Giuseppe Valditara, responsabile per l´università del partito, il ministro «si accoda in ritardo all´indignazione del mondo universitario».