Consensi e divergenze sulla proposta del viceministro Urso Il Pdl e anche gli ex An si dividono. Il cardinale Martino: buona idea contro i radicalismi
GOFFREDO DE MARCHIS
DAL NOSTRO INVIATO
ASOLO - Non era solo una provocazione, un esercizio intellettuale del viceministro Adolfo Urso. La proposta di un´ora di religione islamica nelle scuole italiane, per i ragazzi che credono nel Corano, viene sposata senza riserve da Gianfranco Fini e Massimo D´Alema. Forse non poteva essere diversamente visto che è figlia del lavoro delle fondazioni Italianieuropei e Farefuturo, sinistra e destra che ad Asolo si stringono la mano superando la barriera degli schieramenti avversi.
Ma i due leader aderiscono davvero senza riserve all´iniziativa se non quella accennata dal pragmatico D´Alema che parla di «idea difficile da realizzare, ma assolutamente ragionevole». Del resto se più sicurezza e vera integrazione significano anche più diritti, a partire dalla cittadinanza, la «moschea è meglio dei capannoni nascosti», dice il dirigente del Pd. «E un maestro garantito dalla scuola statale è meglio di un imam estremista», aggiunge. Il presidente della Camera condivide: ««Non c´è nulla di scandaloso nella proposta di Urso. E´ solo elementare buonsenso, mirato all´interesse nazionale della coesione sociale».
Ancora una volta Fini non esita a scavalcare i confini del centrodestra e della maggioranza. Sa bene che una larga fetta del suo partito, il Pdl, considera inaccettabile questa apertura. E quando interviene alla due giorni dei «dialoghi asolani» organizzata dalle fondazioni conosce per filo e per segno le reazioni rabbiose dell´alleato leghista. Anzi, forse proprio per questo insiste, calca la mano, marca la distanza che lo separa da certi toni. Poi, per non far saltare il banco, tocca a D´Alema rispondere per le rime. «Vedo che ci sono dei pareri contrari che definirei primitivi. Versi gutturali, diciamo», affonda l´ex premier.
La Lega non rimane a guardare. «Vogliono seminare zizzania», attacca il Carroccio. «Basta provocazioni - dice il capogruppo alla Camera Roberto Cota - . Quella della società multietnica a tutti i costi è una fissazione della sinistra. Ma l´ora di islam è assurda, non passerà mai». Il ministro Luca Zaia precisa: «Insegniamo la religione cattolica proprio per far capire agli immigrati quali sono le nostre radici». Dunque, «non si cambia», taglia corto il presidente dei senatori leghisti Bricolo.
Ma la rivolta non passa solo dalla posizione arcinota del Carroccio. Il vicepresidente vicario del gruppo Pdl al Senato Gaetano Quagliariello boccia la proposta di Urso. Reagiscono i cattolici del centrodestra come Maurizio Lupi: «Non è nel programma di governo». Alfredo Mantovano, cattolico, ex An come Fini, si chiede allora «perché solo quel culto a scuola e non altri». Un modo per respingere al mittente l´idea.
Eppure proprio dal Vaticano arriva l´apertura di credito più significativa. Il cardinale Renato Martino, presidente del pontificio consiglio per la giustizia e per la pace, sostiene lo spirito della proposta che va nel senso di cancellare spazi all´integralismo musulmano. «Per evitare ogni radicalismo è opportuno considerare l´insegnamento scolastico del Corano». Naturalmente «con gli opportuni controlli».
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