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Repubblica-Previdenza, confronto flop i sindacati vanno allo sciopero

ECONOMIA E POLITICA Previdenza, confronto flop i sindacati vanno allo sciopero Giallo sui limiti di età, retromarcia di Maroni Il governo prende tempo, l'unica apertura è una verifica...

02/10/2003
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la Repubblica

ECONOMIA E POLITICA
Previdenza, confronto flop i sindacati vanno allo sciopero
Giallo sui limiti di età, retromarcia di Maroni

Il governo prende tempo, l'unica apertura è una verifica nel 2007
Epifani e Pezzotta disertano il vertice, Angeletti se ne va dopo due ore: "Inutile"
Il Welfare parla di "gradualità" per i 40 anni di anzianità, poi Tremonti corregge
La mobilitazione il 24 ottobre: stop di 4 ore per tutte le categorie di lavoratori
RICCARDO DE GENNARO

ROMA - Guglielmo Epifani (Cgil) e Savino Pezzotta (Cisl) non si sono fatti vedere, Luigi Angeletti (Uil) si è alzato dal tavolo sulla previdenza a Palazzo Chigi dopo un paio d'ore. Il primo incontro tra i sindacati e il governo sulla riforma delle pensioni è fallito, mentre è "giallo" sull'ipotesi di una gradualità dell'innalzamento da 35 a 40 anni dell'età minima di contribuzione, ipotesi sostenuta dal ministro Roberto Maroni, che già nei giorni scorsi ha manifestato pubblicamente la disponibilità, sua e del governo, a discuterla.
Dopo aver definito "inutile" l'incontro e preso atto che la loro richiesta di ritirare il provvedimento, che sarà varato nel consiglio dei ministri di domani, era stata respinta, i sindacati hanno confermato lo sciopero generale fissato per il 24 ottobre. Nello stesso tempo, il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, ha ribadito che la riforma previdenziale - da lui giudicata inderogabile" - sarà portata lunedì prossimo all'Ecofin, la riunione dei ministri dell'Economia europei.
Il governo, insomma, non ha per ora risposto alle richieste dei sindacati, promettendo di farlo nell'ultimo incontro, previsto per domani. Sulla decontribuzione per i neoassunti al primo impiego e la sua sostituzione con la fiscalizzazione degli oneri impropri il governo non ha detto né sì, né no. Ha poi preso tempo anche sulla proposta di sostituire il carattere di obbligatorietà del trasferimento del Tfr nei fondi pensione con il silenzio-assenso.
Quanto alla gradualità dell'innalzamento a 40 anni dell'età contributiva minima a partire dal 2008, ecco nascere il "giallo". Il ministro Roberto Maroni ha ribadito ai sindacati che "il governo sta ragionando su questa ipotesi". Nell'incontro con la Confindustria e le altre organizzazioni imprenditoriali, Maroni avrebbe poi aggiunto che l'innalzamento potrebbe essere graduale. Il ministro del Welfare, che aveva già preannunciato nei giorni scorsi la disponibilità del governo a parlare di gradualità e che, nella trasmissione "Porta a porta" di martedì, non era stato smentito in questo dal ministro Tremonti, è stato però bacchettato a tarda sera dal Tesoro, che ha imposto un comunicato congiunto. Vi si legge che l'ipotesi di una "scalettatura" dell'età contributiva a partire da 36 anni nel 2008 non è realizzabile. Tale possibilità "è in realtà un'ipotesi di lavoro - precisano a quattro mani Maroni e Tremonti - elaborata dal sindacato ed illustrata durante gli incontri governo-parti sociali della mattina, ipotesi che il ministro Maroni si è limitato a riferire nel pomeriggio agli imprenditori, ma che il governo considera non realizzabile". Il sindacato, tuttavia, smentisce di aver preso in considerazione una soluzione di questo genere.
L'unica apertura del governo, definita un "contentino" dai sindacati, è la proposta di una verifica dell'impianto della riforma nel 2007, un anno prima del passaggio ai 40 anni di contributi, cioè prima che parta l'intervento strutturale. Maroni ha annunciato poi che il governo rispetterà anche la scadenza del 2005 per la verifica della legge Dini. Dopo il via libera allo sciopero dei sindacati confederali, anche l'Ugl (vicino ad An) e la Confsal (confederazione di sindacati autonomi) hanno annunciato che sabato decideranno le azioni di mobilitazione e lotta contro la riforma.