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Repubblica-Primarie, Fassino a Milano "La scuola bocci la Moratti"

Primarie, Fassino a Milano "La scuola bocci la Moratti" La scuola bocci la Moratti. L'Unione mobilita i militanti anti-riforma - insegnanti, genitori, studenti - per sferrare l'attacco contro il c...

26/01/2006
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la Repubblica

Primarie, Fassino a Milano "La scuola bocci la Moratti"
La scuola bocci la Moratti. L'Unione mobilita i militanti anti-riforma - insegnanti, genitori, studenti - per sferrare l'attacco contro il candidato sindaco del centrodestra. Lo ha spiegato Piero Fassino, ieri a Milano: "Letizia Moratti ha già fallito come ministro, non si capisce perché dovrebbe fare meglio come sindaco". "Letizia Moratti ha già fallito come ministro, non si capisce perché dovrebbe fare meglio come sindaco". La frase di Piero Fassino sembra una battuta da campagna elettorale come un'altra. In realtà, è la prima avvisaglia di quella che alcuni diessini fantasiosi chiamano la strategia del "contrappunto". E che prevede, a partire da un minuto dopo le primarie, la mobilitazione massiccia di molti di coloro - insegnanti, genitori, studenti - che negli ultimi anni sono stati i più attivi nel contrastare la riforma della scuola. Ammette il segretario della Quercia Pierfrancesco Majorino: "Ci sono stati, in effetti, dei contatti. Ma attenzione: non li abbiamo sollecitati noi. Nascono dall'inquietudine vera per la possibilità che i danni prodotti nella scuola possano essere fatti anche a Milano". Il richiamo alle armi dei militanti anti-riforma è dunque il "contrappunto" per inchiodare la candidata del centrodestra al ruolo che tuttora ricopre. E poi: Letizia Moratti, nell'analisi del centrosinistra, tende a separare il più possibile la sua immagine dalla Casa delle libertà, da Albertini e persino da Berlusconi. E dunque, ogni uscita pubblica dell'Unione dovrà servire a ricordare la "consustanzialità" della signora di "Mettiamoci in Comune" con il governo e l'amministrazione uscenti. Roberto Caputo (Margherita): "Il suo manifesto, una grottesca copia del Quarto stato di Pelizza da Volpedo, vorrebbe farla credere protagonista di una rivoluzione pro cittadini: la verità è che la signora Moratti, anche se nei cartelloni si scorda di segnalarlo, della Casa delle libertà è addirittura ministro".
Il contrappunto ha da essere anche fisico. Letizia Moratti ha già saltato un incontro a cui doveva partecipare Berlusconi, e martedì ha "dato buca" ad Albertini. Ragion per cui l'indaffarato Piero Fassino ieri mattina ha trovato il tempo di accompagnare Bruno Ferrante in uno dei suoi giri per mercati: "Invito tutti a votarlo alle primarie, ci sono tutte le condizioni per vincere anche a Milano". Per poi lanciare l'ex prefetto anche in una trasmissione televisiva.
Proprio a Telelombardia, Ferrante ha parlato di vigili, urbanistica, ambiente. I poliziotti di quartiere, per la loro scarsa diffusione sul territorio, hanno rappresentato per il prefetto Ferrante "uno dei momenti di maggiore imbarazzo". Al contrario i vigili di quartiere possono essere "una risposta vera alle esigenze dei cittadini". Anche se "con l'amministrazione Albertini i ghisa sono entrati in crisi d'identità".
E i grandi interventi urbani? Ferrante non è dell'opinione del segretario Prc Augusto Rocchi secondo cui Fiera e Garibaldi-Repubblica sono piani tutti da rifare. "Semmai - spiega - andranno rinegoziati i grandi interventi per inserirli in un disegno della città più complessivo". In ogni caso, dice Ferrante, "Con Rocchi parlo molto più di quanto non si pensi". Soltanto sulla cancellazione del "bosco di Gioia" per far posto al futuro grattacielo della Regione, il candidato ulivista esprime "serie riserve: anche perché quella è una zona della città già drammaticamente congestionata". Quanto all'ambiente, secondo Ferrante il centrodestra "farebbe meglio a non parlare, visti i risultati". Le targhe alterne, che sono e restano "misura d'urgenza", al punto in cui siamo potrebbero essere "una misura da prendere". Mentre il ticket d'ingresso alla città "non può essere un alibi per non realizzare ciò che serve prima: infrastrutture e viabilità diversa". Ferrante, se diventerà primo milanese, vorrà essere ricordato come l'uomo delle metropolitane: "Mi batterò per dare impulso a parecchie nuove linee".

Marco Cremonesi