Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica-Punito il razzismo del ministro Moratti

Repubblica-Punito il razzismo del ministro Moratti

IL PROTAGONISTA Adel Smith: non sono contro il crocifisso "Punito il razzismo del ministro Moratti" Mi è stato restituito un diritto costituzionale calpestato ROMA - "Prima non...

26/10/2003
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

IL PROTAGONISTA
Adel Smith: non sono contro il crocifisso
"Punito il razzismo del ministro Moratti"

Mi è stato restituito un diritto costituzionale calpestato

ROMA - "Prima non lo avrei detto, ma ora lo affermo: non mi sono battuto contro il Crocifisso, che è del resto un oggetto sacro per tanti miei amici cattolici, ma contro l'uso e l'imposizione che si fa di questo simbolo grazie ad un regio decreto emanato nel ventennio fascista". Adel Smith, il presidente dell'Unione dei Musulmani d'Italia, è contento ma non canta vittoria. Dice semplicemente: "Mi è stato riconosciuto un diritto costituzionale" e, a sorpresa, giura di non avere nulla contro il simbolo dei cristiani.
Signor Smith, è il giorno della sua vittoria: esulta?
"No, non è il caso di cantare vittoria ma semplicemente di essere contenti perché mi è stato restituito un diritto costituzionale, cioè quello di non vedere esposti nell'aula dove studiano i miei figli simboli religiosi".
Eppure solo un mese fa, all'inizio dell'anno scolastico, Letizia Moratti, ministro dell'Istruzione, aveva chiesto ai capi di istituto di esporre il crocifisso.
"Siamo di fronte ad una chiara e storica sconfitta dell'arroganza degli esponenti dello strisciante razzismo religioso istituzionale, arroganza che ha in un ministro come la Moratti un autorevole rappresentante".
Un giudice, di fatto, smentisce un ministro del governo su un problema che lei ha sollevato con una certa vivacità arrivando persino a portare nella scuola dei suoi figli il simbolo dell'Islam con chiari intenti provocatori. Continuerà su questa strada?
"Intanto, va detto che i provocatori erano altri e non io, che mi sono avvalso delle vie legali per far valere le mie ragioni. In Italia, dunque, non tutti i giudici sono matti, come invece è con ogni probabilità chi con insolenza ha sostenuto che lo sono. Questa sentenza dovrebbe servire al ministro Moratti per farle capire che l'Italia non è il Vaticano. La invitiamo a correggere la sua visione semplicistica e i suoi errori di valutazione, a studiare meglio la Costituzione laica del nostro Paese e a lasciar perdere il breviario per scrivere le sue circolari. Nel frattempo sarebbe meglio che si dimettesse".
(o.l.r.)