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Repubblica-Roma-Le scuole bocciano il tutor

A pochi giorni dall'inizio delle lezioni gli istituti discutono sull'applicazione della circolare del Ministero Le scuole bocciano il tutor "Riforma inapplicabile, mancano direttive s...

04/09/2004
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la Repubblica

A pochi giorni dall'inizio delle lezioni gli istituti discutono sull'applicazione della circolare del Ministero
Le scuole bocciano il tutor
"Riforma inapplicabile, mancano direttive sul nuovo maestro"
La preside: " Sbagliato il modello autoritario che si cela dietro questa figura"
L'insegnante: "Ho 20 anni di esperienza ma non me la sentirei di giudicare da sola"
BEATRICE RUTILONI


Le scuole nel caos. Tra poco più di dieci giorni, dopo un anno di sperimentazione (parziale), la riforma Moratti diventerà operativa. Questo è ciò che il Ministero ha fatto sapere, in tono da ultimatum con tanto di minaccia di sanzioni disciplinari, in una nota riservata ai direttori degli uffici scolastici regionali che porta la data del 30 giugno scorso. La circolare inviata dall'Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio agli istituti della Capitale un mese dopo era un po' più edulcorata, non minacciava sanzioni, ma ribadiva a chiare lettere che "la riforma è legge dello Stato e quindi va applicata" e parlava di "responsabilità dell'organizzazione didattica nel raggiungimento degli obiettivi".
Dirigenti scolastici e insegnanti si sono trovati, al ritorno dalle ferie, di fronte a una sorta di ordine di servizio: se ne discute in questi giorni che precedono l'inizio delle lezioni nelle scuole della Capitale, nelle assemblee e nelle riunioni dei collegi docenti che stabiliranno le linee guida per il prossimo anno scolastico. Ne emerge un quadro caotico e spaccato a metà: le scuole sono divise a seconda della "sensibilità" dei dirigenti alle pressioni del Ministero, chi ha preso alla lettera le circolari ha detto chiaro e tondo al collegio dei docenti che dal 16 settembre si fa sul serio, con il tutor ad esempio, che è l'aspetto più controverso della riforma. Ma ci sono anche scuole che continuano a riproporre i vecchi piani dell'offerta formativa, senza cambiarli di una virgola sulla sponda di una coesistenza della legge 53 della Moratti con la 275 che prevede l'autonomia decisionale dei singoli istituti. Le scuole del XIV e XV distretto, ad esempio, hanno deliberato un documento che esprime la contrarietà di tutti i collegi docenti alla figura del tutor: "La riforma Moratti è in questo senso inapplicabile - dice Simonetta Salacone, la preside della "Iqbal Masih", al Casilino - al momento non ci sono infatti direttive sulla figura del maestro tutor: sulla base di quali criteri, ad esempio, noi dirigenti dovremmo "eleggere" un insegnante piuttosto che un altro? Vale di più l'anzianità di servizio o la qualità di questo e in definitiva come giudicare il lavoro di un collega? Inoltre non esiste ancora la figura contrattuale del tutor, che dovrebbe avere delle mansioni differenti da quelle dell'insegnante "normale". Al di là di ciò, crediamo che sia sbagliato il modello autoritario che si cela dietro questa nuova figura: si tratta di un valore che si scontra con il modello di cooperazione tra insegnanti che da anni mandiamo avanti nella scuola pubblica italiana".
Anche gli insegnanti sono perplessi: "Ho 20 anni di scuola alle spalle - spiega Barbara Piancini, docente di matematica alla "Principessa Mafalda" di via Lovanio, dove la nuova direttrice Isabella Cozza ha deciso di introdurre la figura del tutor dall'inizio dell'anno - sono la più anziana del "team", eppure, in tutta onestà, non me la sentirei di giudicare un bambino da sola: prima di parlare con i genitori ci confrontiamo tra noi, in questo modo emerge un ritratto dello studente più completo. E anche i genitori, nella mia esperienza, sono più contenti se hanno più di un referente".
Alla scuola Leopardi di Monte Mario c'è stata ieri un'assemblea dei docenti di tutto il plesso: "Siamo in attesa che venga definita la figura del tutor - dice una insegnante - ora come ora non c'è chiarezza: nel nostro contratto non sono previste mansioni come la redazione del portfolio o la prerogativa del rapporto con la famiglia, né, francamente, le auspichiamo".