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Repubblica-Roma-Scuola, la riforma bloccata

Il ministro: entro il 17 ottobre il via libera, ma il decreto rischia di slittare. Troppi nodi da sciogliere a cominciare da quello finanziario Scuola, la riforma bloccata La Moratti si ...

07/09/2005
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la Repubblica

Il ministro: entro il 17 ottobre il via libera, ma il decreto rischia di slittare. Troppi nodi da sciogliere a cominciare da quello finanziario
Scuola, la riforma bloccata
La Moratti si promuove a pieni voti ma dalle Regioni manca l'okay
"Ma abbiamo dimezzato i precari, aumentato laboratori e computer e un milione di bimbi studia inglese alle elementari"
MARIO REGGIO


ROMA - La scuola italiana? Viaggia col vento in poppa, a sentire il ministro Moratti. Cinque miliardi di euro in più in 4 anni per il bilancio dell'Istruzione. Un milione di bimbi delle elementari in più hanno iniziato a studiare l'inglese. Dimezzato il numero dei precari. Più laboratori, più computer nelle scuole. La Moratti glissa però sul problema più scottante: la riforma della scuola superiore, bloccata di fatto dalle Regioni. "Non c'è nessun contenzioso in atto, è aperto un confronto che si concluderà entro il 15 settembre. Poi il decreto andrà in Consiglio dei ministri entro il 17 ottobre", è la risposta piccata e nervosa.
Purtroppo per Letizia Moratti, l'orizzonte è meno roseo di come lo dipinge. Oggi si apriranno i tavoli tecnici con le Regioni. Ma le condizioni poste dai governatori sono pesanti. Cinque i nodi da risolvere: cosa ci sarà alla fine delle superiori? Oggi gli studenti e le famiglie sanno che a un diploma corrisponde una professione. Nel decreto resta un mistero. Secondo: le iscrizioni si aprono a gennaio 2006, chi si iscrive a ragioneria farà il liceo economico? Non si sa. E chi sceglie il tecnico agrario? Mistero. Terzo: il decreto non parla di risorse finanziarie. Chi pagherà la riforma? Quarto: su programmi didattici e orari, quali sono le competenze statali e quali quelle regionali? Buio pesto. Ultimo problema: la modifica del titolo V della Costituzione parla chiaramente della competenza regionale sull'organizzazione scolastica. Il decreto, invece, non ne fa cenno. E le Regioni pongono una condizione irrinunciabile: nessuna sperimentazione prima della conclusione dei tavoli tecnici. Quanto si scioglieranno tutti i nodi? Impossibile entro il 14 settembre, il giorno prima della Conferenza unificata Stato-Regioni, quando i governi locali dovrebbero esprimere un parere ufficiale sulla riforma. Impensabile prima del 17 ottobre, quando scadrà la delega concessa dal Parlamento al governo. L'ipotesi più accreditata è uno slittamento del decreto a data da destinarsi. E se il ministro Moratti tenterà di forzare la mano? Le Regioni sono compatte: come ha già fatto la giunta piemontese, vareranno un decreto che blocca qualsiasi sperimentazione nelle superiori. "Valuteremo nella sede della Conferenza unificata del 15 settembre - commenta Silvia Costa, coordinatrice degli assessori regionali all'Istruzione - è chiaro che in un quadro così incerto la maggioranza degli assessori regionali ritiene azzardata e impraticabile una sperimentazione al buio e ha chiesto al ministro di non procedere in tal senso".
Ma anche sul libro dei sogni del ministro le critiche non si sono fatte attendere. A proposito dell'inglese: "Come si può insegnare a un milione di studenti in più se la formazione dei docenti per la primaria è ferma al palo da tre anni - si chiede Linda Rossi Holden, docente ed esperta della commissione ministeriale sulla formazione - malgrado le sollecitazioni della Commissione Europea?". Secondo Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas, "la Moratti invece d'inventarsi surreali favole dovrebbe accettare la candidatura a sindaco di Milano. La riforma naufragherà miseramente, poi toccherà al nuovo governo e ai movimenti riparare i danni". Per Enrico Panini, segretario della Cgil, "le risorse per le scuole statali sono diminuite, la dispersione scolastica è cresciuta, le "riforme" sono al palo a causa del dissenso generale. È mancato il coraggio di dire la verità, più facile ricorrere alla propaganda".