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Repubblica-Scuola, assunti 15 mila precari I sindacati: "Sono solo briciole"

provvedimento riguarda personale docente e non docente Scuola, assunti 15 mila precari I sindacati: "Sono solo briciole" Oggi studenti in piazza. "Troppi privilegi agli istituti ...

14/11/2003
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la Repubblica

provvedimento riguarda personale docente e non docente
Scuola, assunti 15 mila precari I sindacati: "Sono solo briciole"
Oggi studenti in piazza. "Troppi privilegi agli istituti privati"
MARIO REGGIO


ROMA - Via libera all'assunzione di 15 mila docenti e personale non docente nella scuola. Lo ha deciso ieri il Consiglio dei Ministri accogliendo la richiesta del ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, che in realtà fino a qualche giorno fa aveva annunciato di volerne richiedere 21 mila. Il provvedimento sarà operativo a partire dal prossimo anno scolastico. "Permetterà ai vincitori di concorso in attesa di assunzione - afferma il ministro della Funzione Pubblica Luigi Manzella - di ricoprire i posti vacanti".
Tiepide le reazioni delle organizzazioni sindacali. "Per la scuola ancora briciole - commenta il segretario della Cgil scuola Enrico Panini - rivendichiamo ben altro. La decisione del Consiglio dei ministri rappresenta un primo e parziale risultato della nostra costante azione in questi anni. Si tratta, però, di una goccia in un mare di posti disponibili per le nomine in ruolo. Rivendichiamo 100 assunzioni in ruolo". Caustica la presa di posizione di Daniela Colturani, segretaria della Cisl scuola: "Finalmente. A fronte di mille annunci fatti nei mesi scorsi almeno uno è andato in porto. Auspichiamo che questo provvedimento rappresenti un'inversione di tendenza rispetto ad una politica fatta di tagli e mancati investimenti nella scuola". Uil e Snals prendono atto della decisione di Palazzo Chigi, ma chiedono un piano pluriennale di assunzioni, e temono che si tratti di un provvedimento "una tantum" che non risolve il problema della precarizzazione del lavoro. Secondo Giovanna Griffagnini, capogruppo ds in commissione cultura alla Camera, "è un'iniziativa tardiva e insufficiente alla luce della drammatica situazione in cui versa la scuola italiana".
Intanto il mondo della scuola torna ad essere scosso dalle proteste degli studenti. Oggi manifestazioni e cortei in molte città italiane. I maggiori a Roma, Milano e Bari. Le mobilitazioni sono state indette dall'Unione degli studenti per chiedere maggiori investimenti per la scuola pubblica, per l'edilizia scolastica, per il diritto allo studio.
"Riempiremo le strade e le piazze delle maggiori città italiane - si legge in una nota - per contestare questa Finanziaria che sceglie come capitolo privilegiato di tagli la scuola pubblica, ma intanto trova 30 milioni di euro da destinare a chi frequenta le scuole private. Denunciamo l'iniquità e la miopia politica di un governo che decide di non investire sui giovani e di tagliare sul futuro".