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Repubblica: Scuola, la migliore riforma è fornirle i mezzi

CORRADO AUGIAS

18/11/2006
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la Repubblica

E gr. Augias, recenti episodi di violenza hanno rivelato un fenomeno che gli insegnanti conoscono bene e, inascoltati, lamentano. Anno dopo anno la situazione peggiora. L'istruzione tecnica e professionale salvo sparute eccezioni è un rifugio di ragazzi poco motivati e con scarsi interessi culturali.

Riuscire a dare prospettive ed itinerari di lavoro è arduo. Se poi in una classe di 20 ragazzi ve ne sono 5-6 che non vogliono fare nulla allora l'opera diventa impossibile. L'insegnante non ha strumenti se non quelli della convinzione: ironie, battute pesanti, violazione delle regole. I Presidi se ne lavano le mani, hanno paura della «massa», i docenti sono lasciati soli.

Prepotenti e nullafacenti oggi nella scuola vincono. Vincono a scuola come, d'altronde, vincono per strada.

Antonio Tulli

polienus@inwind.it

C aro Augias, insegno Diritto ed Economia in un istituto professionale di Viareggio. Secondo opinionisti e sociologi dovremmo avere nelle mani il destino dei giovani, dare loro i giusti valori, regole ed educazione, e se questo non avviene la colpa è della scuola, dei metodi, dei troppi compiti a casa, delle bocciature addebitate a noi poveri prof. La verità è che, negli ultimi decenni, tutti hanno messo mano nella scuola meno gli insegnanti.

Incompetenti e teorici hanno fatto più danni della grandine, trasformando una scuola che funzionava abbastanza bene in un luogo dove cercano tutti di sopravvivere, arrangiandosi:alunni, prof, bidelli, presidi e famiglie. Abolito l'esame di riparazione, ridicolizzato l'esame di maturità, messi alla gogna gli insegnanti che bocciano o fanno studiare, creato iperprotezioni per gli alunni non capendo di fare così la loro disgrazia.

Bruno Mannocchi

bruno.mannocchi@virgilio.it

Temo che in queste due lettere compaia un sentimento diffuso tra gli insegnanti. Sono venti o trent'anni che la scuola viene 'riformata' con il risultato d'aver rovinato un sistema educativo tra i migliori d'Europa. Non c'è stato ministro della Pubblica Istruzione che, per vanità o per ideologia, non abbia messo mano alle materie, agli orari, all'organizzazione degli esami, lasciato la sua impronta. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, compresi purtroppo gli istituti di rilevamento internazionale che assegnano al nostro sistema educativo un punteggio bassissimo giudicandolo costoso ed inefficiente.

Dell'attuale ministro della Pubblica Istruzione Fioroni molte cose non condivido ma ho molto apprezzato una sua dichiarazione. Ha detto di non voler aggiungere una sua 'riforma' a quelle dei predecessori. Almeno eviteremo nuovi danni. Tra i guai combinati dalla signora Brichetto in Moratti c'è quello di aver voluto approfondire il solco tra istruzione 'alta' (i licei) e 'bassa' (gli istituti professionali). Siamo pieni di aspiranti medici e avvocati mentre proprio di competenze tecniche la nostra economia avrebbe bisogno: specialisti esperti nelle costruzioni, negli impianti, nei laboratori. Ma ci vorrebbero scuole molto attrezzate, dotate di mezzi adeguati e aggiornati.

L'insegnamento tecnico dovrebbe essere motivo d'orgoglio non di frustrazione.