Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica: Scuola, la protesta condivisa

Repubblica: Scuola, la protesta condivisa

C'è un filo rosso che unisce studenti, famiglie e insegnanti, che tiene insieme l’aula e la piazza.

27/10/2008
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

FABIO BORDIGNON

C'è un filo rosso che unisce studenti, famiglie e insegnanti, che tiene insieme l’aula e la piazza. È un fronte compatto, quello rilevato dal sondaggio Demos per “La Repubblica”, formato innanzitutto da chi “vive” quotidianamente la scuola, e si sente in dovere di difenderla. L’istruzione pubblica è un bene provvisto ancora di ampia considerazione, in Italia. Per questo motivo, il tema mantiene un potenziale di mobilitazione elevatissimo, e al nucleo delle persone che scelgono di attivarsi, in prima persona, si affianca una base sociale molto ampia. La protesta va tollerata, secondo gli italiani, anche quando assume le forme più radicali. Basta analizzare i giudizi sull’occupazione delle università. Solo una persona su quattro approva l’utilizzo della polizia, ventilato in questi giorni, mentre una componente analoga lo ritiene giusto: nel mezzo, quasi la metà della popolazione, che, pur ritenendo “sbagliato” occupare, opta per la linea morbida. Del resto, sul tema della scuola e sugli interventi di cui si dibatte, il dissenso coinvolge una frazione molto elevata della popolazione. Il 47% è contrario al pacchetto proposto dal ministro Gelmini. Nonostante l’approvazione di alcuni singoli interventi. C’è la convinzione, diffusa, che il progetto sia orientato esclusivamente da ragioni “di bilancio”, dalla volontà di “fare cassa”, sottraendo risorse agli istituti statali. Quest’opinione vede in prima fila proprio i “protagonisti” della scuola: studenti e insegnanti. Ma attorno ad essi si saldano le famiglie, formando un fronte di opposizione molto ampio. A prendere parte attiva nelle proteste è una componente limitata della popolazione: il 6%, che però raggiunge il 22% fra i 15 e i 24 anni. Ma se aggiungiamo l’ “opposizione latente” il sostegno alla mobilitazione studentesca assume proporzioni maggioritarie. Quasi il 50% degli intervistati, infatti, pur non partecipando direttamente a scioperi, cortei, assemblee e occupazioni, è solidale con i manifestanti