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Repubblica: Scuola, pioggia di 5. Anche in condotta

Insufficienze per 7 ragazzi su 10. Elementari, boom di richieste per il tempo pieno. Per i bambini il 90% delle famiglie chiede 30 o 40 ore Gelmini: avanti col maestro unico

02/03/2009
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la Repubblica

MARIO REGGIO

ROMA - Fioccano i 5 in condotta nelle scuole superiori. Aumentano i debiti formativi: 7 studenti su 10 hanno riportato almeno un´insufficienza nel primo quadrimestre, un´ecatombe che registra punte record negli istituti professionali. Mentre il 90 per cento delle famiglie ha chiesto le 30 ore settimanali o il tempo pieno per il prossimo anno nelle prime classi delle elementari. Malgrado le promesse del premier Berlusconi, «manterremo le classi a tempo pieno, anzi le aumenteremo», e le rassicurazioni del ministro Mariastella Gelmini, dal 1 settembre 2009 per la scuola inizierà un periodo davvero difficile. Unanime il commento dei sindacati della scuola e dell´opposizione: la riforma Gelmini è stata bocciata dalle famiglie.
Iniziamo dal famigerato 5 in condotta. Più di 34 mila gli studenti delle superiori che se lo sono trovato sulla pagella del primo quadrimestre (il 2% del totale). I più buoni risultano i liceali: più o meno tremila. Ben 8 mila i ragazzi per i quali quel 5 ha rappresentato l´unica insufficienza in pagella: diligenti in tutte le materie meno che nel comportamento. Un fenomeno che, quasi certamente, scemerà nel secondo quadrimestre per ridursi ancora agli scrutini finali, quando il consiglio di classe dovrà decidere, all´unanimità, di bocciare l´allievo indisciplinato che magari ha tutte le sufficienze.
Diverso il discorso sui debiti formativi. Il recupero era previsto fin dal 1997 ma è spesso passato in cavalleria. La stretta dell´ex ministro Fioroni ha riacceso le polemiche. Ed ora, secondo i dati del ministero della Pubblica Istruzione, oltre il 72 per cento degli studenti, si è preso l´insufficienza in una o più materie. In testa alla lista nera, come al solito, gli istituti professionali, male anche gli artistici e gli istituti d´arte, mantengono le posizioni classici e scientifici. Abbassano la media di brutti voti gli studenti dei linguistici (dove hanno un´insufficienza solo 4 ragazzi su 10), ma il loro numero è una piccola porzione del totale delle scuole superiori. Tra le bestie nere per gli studenti da segnalare il sorpasso delle lingue straniere rispetto alla matematica. Nelle medie inferiori, infine, i debiti si assestano sul 46 per cento e si distribuiscono in maniera uniforme tra le materie più importanti.
Questione organici. Anche se manca ancora un mese alla loro definizione, il problema non sarà di facile soluzione per il ministro Gelmini: 24 mila i docenti che andranno in pensione nel 2009, più circa 30 mila contratti a tempo per i precari che non verranno rinnovati. Per quanto riguarda le elementari, comunque, il ministro assicura e precisa: «Manterremo il tempo pieno esistente, il maestro prevalente ci sarà nei tre moduli di 24, 27 e 30 ore».
Mimmo Pantaleo, segretario nazionale della Cgil, replica: «I dati del ministero confermano il sondaggio che abbiamo concluso pochi giorni fa e confermano che le richieste di tempo pieno sono aumentate del 9 per cento. Il maestro unico, affiancato da quello di religione e forse d´inglese, non riuscirà a coprire le 30 ore. È la fine del modulo con 3 maestre in due classi - afferma Pantaleo - ma la bocciatura del modello Gelmini è palese e chiara».
Senza mezzi termini il commento dell´ex ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni: «I dati del ministero evidenziano come le famiglie italiane abbiano bocciato il maestro unico e il modulo delle 24 ore. Il tempo pieno si rafforza al Nord e il Sud continua ad impoverirsi laddove c´è più bisogno di una offerta formativa in grado di rispondere ai bisogni del territorio. La maggioranza delle famiglie italiane ha scelto 30 ore per la prima elementare basandosi sul modello precedente che prevedeva mensa e compresenza di docenti. Come farà questo governo - conclude - con i tagli finanziari e le scelte fatte, a garantire gli standard di qualità a cui i genitori italiani erano abituati?».