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Repubblica: Scuola, si apre l´anno del "fai da te"

In aula 8 milioni di alunni. Manifestazioni di protesta in tutta Italia Domani ritornano sui banchi gli studenti di dodici regioni L´arcivescovo di Napoli: sono vicino ai precari

13/09/2009
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la Repubblica

SALVO INTRAVAIA

ROMA - Avvio tra le proteste per un anno che si annuncia speciale: sarà quello in cui le scuole, per garantire l´attività, più che in passato dovranno sperimentare il "fai da te". Domani mattina, per 5 milioni di alunni di 12 regioni, suonerà la prima campanella. Il resto degli 8 milioni di alunni rientrerà in classe alla spicciolata nel corso della settimana. Ma il primo giorno di scuola coinciderà anche con una serie di manifestazioni, nazionali e locali, di protesta contro i tagli voluti dal governo Berlusconi. Tra tagli (57 mila posti tra docenti e Ata), pensionamenti (40 mila) ed esuberi (10 mila) saranno 27 mila coloro che si ritroveranno, dopo anni, senza una supplenza.
A piazza San Marco, a Roma, la Gilda degli insegnanti «terrà un presidio di protesta per per chiedere al governo provvedimenti più incisivi che diano risposte concrete a tutti i precari». Anche la Flc Cgil si è mobilitata. Domani mattina, annuncia il segretario generale Mimmo Pantaleo, «si terranno presìdi e occupazioni delle sedi degli Uffici scolastici regionali e provinciali per rappresentare le conseguenze dei tagli agli organici». I Cobas della scuola, invece, indicono una giornata di lotta con sit-in e manifestazioni nelle principali città. A Roma la manifestazione si svolgerà, dalle 16, davanti alla sede del ministero dell´Istruzione a viale Trastevere. I Cobas, spiega il portavoce nazionale Piero Bernocchi, chiedono l´annullamento dei tagli e l´assunzione di tutti i supplenti e «il rifiuto del provvedimento ammazza-precari». Ma il ministro Mariastella Gelmini, col maestro unico e le altre riforme, va avanti per la sua strada. I 27 mila supplenti annuali rimasti senza cattedra aspettano gli ammortizzatori sociali promessi. Resteranno invece a casa gli oltre 40 mila supplenti "brevi", scalzati proprio dai precari che il governo salverà con i contratti di disponibilità. A ogni precario, che «avendo scelto di dedicare la sua vita alla scuola oggi rischia di vedere compromesse le proprie prospettive professionali» l´arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, ha inviato un messaggio di «comprensione e vicinanza».

Dalla saponetta alla supplenza la parola d´ordine è arrangiarsi
Il dossier

ROMA - Con i tagli al personale, risorse sempre più scarse, e non solo, l´italica arte di arrangiarsi sbarca anche a scuola. Non è una novità che maestri e prof debbano ingegnarsi. Ma quest´anno, per effetto della scure Tremonti-Gelmini, saranno tutti messi alla prova.
La carta igienica di casa
Da domani, per gli oltre 10 milioni di persone che stanno a scuola non sarà semplice mettere in pratica le "semplici" norme igieniche per ridurre il contagio dell´influenza A. Lavarsi le mani, ad esempio, diventerà un´impresa. Secondo Cittadinanzattiva nel 61% dei bagni dei ragazzi manca il sapone, per non parlare degli asciugamani: assenti in 7 scuole su 10. Nel 44% dei casi non c´è la carta igienica e 45 water su 100 sono orfani del relativo scopino. Per non parlare della polvere, copiosa in molti ambienti scolastici: palestre in testa (3 su 10). E della sporcizia dei locali. Ma la situazione, quest´anno, è destinata ad aggravarsi: il governo ha tagliato più di 10mila bidelli. I capi d´istituto dovranno fare ricorso alla "dirigenza creativa" per mantenere puliti i locali e gli alunni dovranno portarsi l´essenziale da casa.
Se la maestra ha il raffreddore
Fino all´anno scorso, nella scuola primaria, le compresenze (ore di servizio non destinate al lavoro in classe) delle maestre servivano a coprire i "buchi" nell´orario degli insegnanti assenti per meno di 5 giorni. Se una maestra si buscava un raffreddore c´erano le colleghe a sostituirla. Ora il governo ha cancellato le compresenze. Risultato? «Per le assenze brevi - dice Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola - i bambini verranno divisi nelle altre classi e la qualità del servizio precipiterà».
A contributo variabile
Le scuole non ce la fanno a tirare avanti: in media ciascuna vanta un credito nei confronti del ministero dell´Istruzione di 115 mila euro. E chiedono aiuto ai genitori. Ogni anno le famiglie all´iscrizione si vedono consegnare un bollettino per il versamento del "contributo volontario". Secondo Adiconsum si tratta di una tassa occulta di 100/150 euro che pesa sul diritto allo studio. E in qualche caso arriva anche a 400 euro. Dipende dalle possibilità economiche del "bacino" di ogni singolo istituto.
Da soli in laboratorio
La scuola del futuro dovrà fare a meno dei laboratori. Quest´anno la dotazione organica degli assistenti tecnici, che affiancano l´insegnante nelle ore di laboratorio, è stata sfoltita di 1.400 unità. Per fare gli esperimenti gli insegnanti dovranno arrangiarsi, magari chiedendo aiuto proprio agli alunni.
Dubbi sui crediti di religione
L´ora di religione cattolica contribuisce alla determinazione del credito scolastico? Secondo il Tar Lazio, che si è espresso ad agosto, no. Per il regolamento pubblicato poche settimane dopo dal ministero dell´Istruzione, invece, sì. Un chiarimento non è mai arrivato. Che fare, allora? Il fai da te.
(s.i.)