Repubblica: "Scuola, una via crucis tra web e pedofili ma i prof non abbiano paura di lavorare"
L´allarme del titolare dell´Istruzione: i media ci bombardano. Episodi terribili, ma irrilevanti come quantità
Il ministro Fioroni: sì agli ispettori in Puglia dopo l´ultima denuncia
"I ragazzi, le famiglie ma anche chi opera deve avere la certezza che chi fa bene viene premiato e chi fa male viene punito"
Il messaggio dopo le ultime denunce: in una comunità il rispetto delle regole è il fondamento della legalità
MARIO REGGIO
ROMA - «Sono molto preoccupato per i contraccolpi che i gravi episodi che si sono susseguiti in questo anno, una via crucis che non ci ha risparmiato nulla, si possano ripercuotere sulla scuola pubblica facendogli perdere serenità e tranquillità. Ma nessuno può avere paura di compiere il proprio lavoro, né le famiglie devono essere preoccupate dall´operato di chi lavora nella scuola. La scuola "buona" deve reagire. Servono regole chiare: chi sbaglia paga, chi fa bene va premiato. Va ripristinata la parola "merito" per i docenti e gli studenti. Ma non c´è tempo da perdere».
E di questi giorni l´ultimo episodio: la punizione sulla guancia ai due alunni pugliesi. «In questi casi la procedura prevede che il dirigente scolastico regionale invii gli ispettori nella scuola per una relazione da trasmettere al ministero per gli eventuali provvedimenti».
Il ministro Giuseppe Fioroni non nasconde la sua preoccupazione. E pensa «al bombardamento dei media che fanno apparire alcuni casi gravi e a volte non ancora provati come una prassi generalizzata. Ma la scuola non è quella che è stata fatta vedere in questi mesi. La scuola, nella sua vita quotidiana, è fatta di dedizione, disponibilità e buone pratiche. Ma è la comunità scolastica che deve reagire per prima».
E lo sta facendo?
«Devo ringraziare la scuola italiana che dal 19 al 25 maggio sta dando vita, con una partecipazione corale, all´iniziativa "La scuola siamo noi". Iniziativa che serve a far conoscere alle comunità locali ed ai cittadini la vita, il lavoro, la professionalità, i risultati della vera scuola italiana, che non è assolutamente quella che ci è stata presentata dai mass media. Quella di quest´anno di via crucis, scandito da tanti episodi terribili per qualità, ma per fortuna irrilevanti come quantità. Meno dello 0,0125 per cento è l´incidenza rispetto al milione di docenti ed ancor meno riguardo gli otto milioni di studenti. Grazie alla scuola per la partecipazione in un momento particolare di rinnovo contrattuale e di sofferenza dal punto di vista economico e finanziario».
Lei parla di ripristinare le regole. Cosa vuol dire?
«In una comunità educante il rispetto delle regole è il fondamento della legalità. I ragazzi, le famiglie e chi lavora nella scuola deve avere la certezza che chi fa bene è premiato e chi fa male è punito. Quando si assiste a episodi come il bimbo down che ha subito violenza o il bambino debole che è stato violato e costretto a cambiare scuola e classe vuol dire che non si rispettando le regole. Se la scuola non allontana gli autori di questi fatti gravissimi è perché non ha gli strumenti. Per questo ho deciso di cambiare: sanzioni chiare, veloci e tempestive. Sospensione automatica prima e licenziamento d´ufficio per chi viene condannato e interdetto dai pubblici uffici».
Lei parla di merito. Una parola che a scuola ha sempre avuto scarso gradimento.
«Voglio incentivare il merito e l´eccellenza. A 40 anni da "lettera ad una professoressa"è vero che don Milani parlava di "non uno di meno e duna scuola per tutti e di tutti", ma anche di una scuola che premia di merita ed incentiva l´impegno. In una comunità educante il premio al merito dei migliori ha un effetto trainante, fa scattare l´emulazione quindi l´accompagnamento dei più deboli che potranno ottenere risultati migliori evitando il livellamento verso il basso del sistema scolastico».
Anche per questo ha deciso di rivedere le regole su debiti a crediti formativi?
«Basta con gli sconti e i condoni per il sei rosso. I debiti nella vita vanno saldati e onorati sempre. Quindi ai ragazzi dico: dovete farlo anche a scuola perché chi vi fa sconti sulla preparazione non vi aiuta a costruire un futuro degno. Alle famiglie: siete i nostri migliori alleati nell´educazione, serve la vostra corresponsabilità e la scuola vi terrà informati con trasparenza sulle strategie di recupero».