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Repubblica-Se i bambini sono costretti a salvare la loro scuola -di Franco Buccino

L'OPINIONE Se i bambini sono costretti a salvare la loro scuola Contratti capestro: insegnanti pagati un euro all'ora FRANCO BUCCINO* ...

28/01/2004
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la Repubblica

L'OPINIONE
Se i bambini sono costretti a salvare la loro scuola
Contratti capestro: insegnanti pagati un euro all'ora
FRANCO BUCCINO*


Non so se la presenza dei bambini alle ultime manifestazioni rappresenti uno sfruttamento di minori o una bell'idea di scuola. Quello che so per certo è che sui cartelli "più grandi di loro" c'erano scritte verità e non bugie. Il decreto approvato venerdì dal governo fa ripiombare indietro la scuola di 40 anni. Quando, soprattutto nelle scuole della nostra città e della nostra regione, giovani e inesperti insegnanti di "studio sussidiario" e di "libere attività complementari" rincorrevano, nei lunghi pomeriggi, per la scuola semideserta ragazzi difficili. Erano emarginati entrambi: i ragazzi, diversi dai loro compagni che uscivano alla mezza o giù di lì; gli insegnanti, esclusi dai consigli e dagli scrutini riservati ai colleghi del mattino. È stata una scuola che abbiamo combattuto, che abbiamo riformato di forza, imponendo la pari dignità a tutti gli insegnanti e a tutti gli insegnamenti, alle attività curricolari e a quelle sbrigativamente definite extracurricolari, imponendo l'unitarietà di un progetto educativo che prevede lo stesso insegnante per entrambe le tipologie di attività, l'eliminazione delle gerarchie e il lavoro in team, l'unità del gruppo classe coinvolto in tutte le attività senza escludere percorsi individualizzati. Il decreto approvato spazza d'un colpo queste conquiste. Un contenitore, 27 ore obbligatorie, 3 oppure 6 ore facoltative; 7-10 ore di mensa trasformano questo contenitore in tempo pieno o prolungato.


In realtà le tre (alle elementari) e le sei (alle medie) ore aggiuntive non aggiungono niente: si riduce il tempo scuola. Avremo due categorie di alunni: quelli che terminano le lezioni a fine mattinata (con il sabato libero?) e quelli che rimangono a scuola negli stessi lunghi pomeriggi di tanti anni fa. Saranno penalizzati entrambi; anche i "bravi" saranno deprivati nell'offerta formativa.
E le attività che svolgeranno di pomeriggio presso altre agenzie, anche se avessero nomi altisonanti e costi proibitivi, non perderebbero il loro carattere meramente aggiuntivo. Senza dire poi che a Napoli avremo, come tanti anni fa, un gran numero di ragazzi che per non identificarsi con chi ha bisogno di recuperi pomeridiani, si condannerà a non far niente. Sul fronte degli insegnanti e del personale della scuola si capisce adesso come fosse ben finalizzata la politica dei tagli; anzi c'è spazio per ulteriori riduzioni. E gli insegnanti che rimangono, saranno ben gerarchizzati: il tutor, il docente curricolare, il docente del pomeriggio. Lo scoop di "Repubblica" (il contratto capestro di un insegnante di un istituto paritario) ha messo in luce solo un aspetto del contraddittorio mondo delle private: poche di esse sono serie, a volte prestigiose, applicano i contratti; molte di esse si riducono a "parcheggi", "vendono" i diplomi e sfruttano i precari in cerca di punteggio. La risposta, "insegnanti, denunciate le scuole che non vi pagano", è francamente deludente, soprattutto se a farla è la stessa Amministrazione scolastica che ha già sfornato a Napoli e in Campania più di mille parità. Ma forse la parità il governo oggi l'intende all'incontrario: portare le scuole pubbliche al livello delle peggiori scuole private. O forse è proprio la scuola che non interessa. Allora è il momento della mobilitazione di tutti. Prepariamoci a risposte meno colorate e più dure. Così il nostro interlocutore capirà meglio, senza possibilità di equivoci e senza facili ironie.
*FRANCO BUCCINO, SEGRETARIO CGIL NAPOLI


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