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Repubblica-Sì alla riforma dell'università alta tensione alla Camera

testo approvato con 259 voti. L'opposizione non ha partecipato alla votazione finale. Scambio di accuse sui tafferugli a Montecitorio Sì alla riforma dell'università alta tensione alla Camera ...

25/10/2005
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la Repubblica

testo approvato con 259 voti. L'opposizione non ha partecipato alla votazione finale. Scambio di accuse sui tafferugli a Montecitorio

Sì alla riforma dell'università alta tensione alla Camera

Il ministro Moratti insieme al presidente della Camera Casini ROMA - Sì definitivo dell'Aula della Camera alla riforma dell'Università. Il testo è passato con 259 sì.
L'opposizione non ha partecipato al voto finale: i deputati dell'Unione non sono entrati in Aula. Nelle dichiarazioni di voto finale, i deputati del centrosinistra hanno rinnovato le loro critiche alla riforma Moratti.
Dopo il voto i deputati della Cdl hanno lungamente applaudito. Il boato dei deputati della Cdl si è protratto per parecchio tempo, mentre un fiume di deputati si è riversato verso il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti per congratularsi calorosamente, al punto che il presidente della Camera ha dovuto invitarla a "recarsi fuori dall'Aula se deve ricevere complimenti".
Per il ministro quello approvato è "un fondamentale provvedimento completa la nostra azione di rinnovamento dell'Università e porta il sistema universitario italiano a livello dei Paesi più avanzati".

Dura la reazione delle opposizioni: "Il Governo Berlusconi, forzando i tempi e calpestando le più elementari regole parlamentari, ha fatto approvare dalla sua maggioranza una 'riformetta' del sistema universitario palesemente incostituzionale", afferma Giovanna Grignaffini dei Ds.

Il voto è arrivato alla fine di una giornata di alta tensione e duri scambi verbali nell'Aula di Montecitorio. Il centrosinistra ha reclamato una sospensione dell'esame del testo in Assemblea per avviare un dialogo con gli studenti e i docenti in protesta. La CdL, in particolare An e Lega, criticano invece duramente la decisione presa dal vicepresidente della Camera Fabio Mussi (Ds) di mandare acqua ai manifestanti e alle forze dell'ordine che presidiano il Palazzo.
Per Ignazio La Russa (An), che era sceso a fronteggiare i manifestanti, la distribuzione dell'acqua da parte del personale della Camera è invece un gesto inopportuno: "Sono meravigliato - ha detto - di quest'opera di samaritano non necessaria". E ironicamente in molti, da centrodestra, invocano la presenza di "un Cofferati" anche in questa occasione.
Il clima si è infuocato quando il diessino Giovanni Lolli ha accusato An "di aver rivolto ai manifestanti in piazza gesti che rischiano di acuire lo scontro". Queste parole sono state accolte da grida e fischi dei deputati della Cdl. Tanto è stato il frastuono che a un certo punto il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ha minacciato di sospendere la seduta.

Alla fine è intervenuto nuovamente Mussi: "Noi - dice - siamo il Parlamento e abbiamo due doveri: quello di garantire la libertà di manifestare il proprio pensiero e quello, politico, di far sì che le manifestazioni si svolgano pacificamente e che si tengano liberi gli accessi al Parlamento. Ho dato io - conclude - disposizione che si portasse acqua a manifestanti e forze dell'ordine, anche in base al precetto evangelico di dare da bere agli assetati: lo dico a chi - conclude rivolto ai banchi di An - si è adoperato per l'inserimento delle radici cristiane nella Costituzione Europea".