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Repubblica: Siena, venti giorni per salvarsi dal crac l´ateneo appeso alla firma di Tremonti

Trovati i soldi per l´ultimo stipendio, poi non si sa

17/10/2009
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la Repubblica

L´ok del ministero serve per accedere al finanziamento di 110 milioni del Monte dei Paschi

MAURIZIO BOLOGNI

DAL NOSTRO INVIATO
SIENA - Nella piccola aula, al terzo piano di giurisprudenza, il banchiere europeo Lorenzo Bini Smaghi tiene lezione. Si interroga su «Il fallimento del capitalismo». Fallimento. Parola che qui all´università di Siena fa tremare i polsi. C´è poco da scherzare. Se entro venti giorni il ministro dell´economia Giulio Tremonti non autorizza l´università a contrarre il prestito di 110 milioni di euro che le offre il Monte dei Paschi, l´ateneo va in default, travolto dai debiti. Significherebbe commissariamento, tagli fino a ridurre l´università ad una cosa piccola piccola. Il tempo stringe. Ma il ministro nicchia. E Siena trema.
La storia comincia un anno fa, quando il rettore Silvano Focardi scopre che il suo ateneo rischia di essere affondato da un mare di debiti: 250 milioni? 350? Siena sembra impazzita, le cifre ballano. E continuano a ballare anche oggi, dopo che l´università ha solo tagliuzzato spese un po´ qui e un po´ là e ha venduto l´ex ospedale psichiatrico di San Niccolò al principale creditore, l´Inpdap, che lo ha pagato 74 milioni e lo riaffitta all´ateneo a 3,5 milioni l´anno. «Diciamo che ci vogliono 200 milioni per coprire i debiti pregressi e accompagnare fino al 2014 il piano di risanamento» dice oggi Antonio Barretta, giovane economista aziendale e delegato per il rettore al bilancio. Per reperire quelle risorse, aspettando i tempi lungi dell´eventuale acquisizione da parte della Regione del policlinico Le Scotte («l´operazione va avanti» dicono dalla Regione), è stata bandita una gara per l´apertura di nuove linee di credito. E non è che la banche abbiano fatto la corsa ad offrire soldi. Anzi. Sospinto dagli enti locali, si è fatto avanti il solo Monte dei Paschi.
La proposta di finanziamento è da lacrime e sangue, l´unica possibile per la banca. Una prima linea di credito è a breve termine: 40 milioni da restituire in un anno e mezzo attraverso la vendita di tre gioielli, la Certosa di Pontignano (24,9 milioni di euro), il Collegio Santa Chiara (14) e il Palazzo Bandini Piccolomini (10,1). La seconda linea di credito, per 70 milioni, garantita ipotecando anche il rettorato e le sedi di giurisprudenza e scienze politiche, ha durata nominale di trent´anni ma comporta rientri anticipati ogni volta che si vende un immobile. Ma tant´è. Quei soldi servono. Subito. Per sopravvivere. E anche per pagare gli stipendi a 1.051 docenti e a 1.206 amministrativi e tecnici. Gli organi d´ateneo approvano il patto università-Monte, ma ora manca l´autorizzazione di Tremonti. Scontato che il disco verde del ministro non arriverà in tempo per garantire gli stipendi di ottobre che a Siena si pagano il 24 del mese, Focardi ha giocato l´ultima carta: farsi anticipare una manciata di crediti residui. «E´ quasi fatta, mancano i dettagli, gli stipendi saranno pagati» diceva ieri mattina il rettore.
Nell´angolo dove via delle Cerchia devia in via Mattioli, la faccia del rettore è «fotomontata» su due locandine: in una il rettore è a capo dell´armata Brancaleone, nell´altra interpreta il film «Non ci resta che piangere». Scherni al capitano della Chiocciola Silvano Focardi da parte dei contradaioli della Tartuca, che a luglio ha vinto il Palio. Giochi innocui. E´ in altro che si coglie diffidenza verso la guida dell´ateneo. Nel piano strategico firmato da sei presidi, che è difficile non leggere come atto di sfiducia. Nella discesa in campo dei sindacati. E, ancor prima, nella relazione del preside di Economia Angelo Riccaboni, secondo il quale la controparte finanziaria ha imposto condizioni onerose anche per «un problema di credibilità della capacità dell´università di conseguire gli obiettivi». Lui, Focardi, risponde con l´abnegazione. Fa la spola con Roma. Anche ieri. Ci tornerà martedì da Tremonti. «Il ministero ci chiede integrazioni e chiarimenti, segno buono, vuol dire che studia - spera Focardi - Il 7 novembre, all´inaugurazione dell´anno accademico, conto di arrivare con un regalo. L´autorizzazione del ministro. E l´inizio di una nuova era». Sperando che sia tutto vero.