Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica: Sindacati, un milione di firme contro le tasse su lavoro e pensioni

Repubblica: Sindacati, un milione di firme contro le tasse su lavoro e pensioni

Epifani: "La questione salariale va affrontata perché con lo scioglimento delle Camere il Paese vivrà per quattro mesi in apnea" Il 15 febbraio il "tax day" di Cgil, Cisl e Uil. Congelato lo sciopero generale

06/02/2008
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

ROMA - Il 15 febbraio sarà il "tax day" di Cgil, Cisl e Uil: raccoglieranno, con i gazebo in piazza, le firme per chiedere al prossimo governo una riduzione delle tasse sui redditi da lavoro e da pensione. Lo hanno deciso i leader sindacali, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, che, dopo la crisi di governo, hanno congelato lo sciopero generale già indetto per metà mese. Il 16 si riuniranno i quadri sindacali per concordare altre iniziative durante la campagna elettorale.
I sindacati, infatti, intendono mantenere alta l´attenzione sulla questione salariale che corre il rischio di annegare nel dibattito politico che da qui a breve infuocherà la campagna per il voto. Ma anche porre un paletto al prossimo governo: chiunque sarà, non potrà ignorare la richiesta di una riduzione delle tasse per chi ha un reddito fisso.
«Sarà il nostro "tax day"», ha detto Bonanni che ieri ha incontrato il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi. «Raccoglieremo le firme - ha aggiunto il leader cislino - e ne raccoglieremo milioni e seppelliremo chi non ascolta, inviandole non solo al presidente della Repubblica ma anche alle forze politiche e a quello che sarà il nuovo presidente del Consiglio».
E che il discorso interrotto con il governo Prodi debba essere ripreso là dove si è spezzato, cioè da una nuova politica dei redditi che passi dalla chiusura dei contratti ancora aperti, alla detassazione del salario e al controllo di prezzi e tariffe, è stato sottolineato dal leader della Cgil Epifani secondo cui con lo scioglimento delle Camere «per quattro mesi il paese vivrà in apnea senza poter affrontare quelle scadenze, previste dalla Finanziaria e dal protocollo sul welfare a favore di lavoratori e pensionati».
Secondo Angeletti, infine, «ai cittadini non importa né il bipolarismo, né la riforma elettorale e tantomeno il conflitto di interessi, ma il proprio reddito disponibile che ha visto scendere vertiginosamente in pochi anni».
(r.ma.)